Intitolata a David Sassoli la Promotion 2022-2023 e i corsi di italiano al Collège d’Europe

Bruges, 31 ottobre 2022. Quando, nel giugno del 2009, David Sassoli venne eletto per la prima volta al Parlamento europeo, fra noi giornalisti accreditati alle Istituzioni dell’Unione serpeggiava quel misto tra curiosità e orgoglio, un po’ da italiani, un po’ da professionisti del settore, per l’arrivo, a Bruxelles, di un personaggio già ben noto a livello nazionale, che varcava la soglia dell’Edificio Altiero Spinelli da eurodeputato.

Ricordo il primo affollatissimo evento italiano della nuova legislatura, e i colleghi che si passavano la voce con sguardi di intesa: «Ci sarà anche Sassoli!».

Me lo vedo ancora davanti, avanzare con quell’incedere calmo – seppur deciso – e quel sorriso aperto, a cui non potevi fare a meno di rispondere.

Da quella sera di ottobre di tredici anni fa abbiamo assistito, fieri, anche emozionati, come spesso lo era lui, al suo brillante percorso, sempre con l’Europa e gli europei, nel cuore.

Proprio come la Promotion che si è aperta al Collège d’Europe di Bruges, a lui intitolata.

«‘I valori su cui si basa l’Europa, i nostri valori non sono negoziabili’: è per questa profonda convinzione che David è nostro Patron de Promotion» ha dichiarato, con voce rotta dalla commozione, la Rettrice Federica Mogherini rendendo omaggio all’«uomo», all’«europeo», al «Presidente». «E a un amico per molti di noi».

«Una persona umile, in grado di collegare gli individui perché all’ascolto degli altri. Un giornalista chiaro, un gentiluomo che non scendeva a compromessi. Tutto volto alla lotta contro le ingiustizie, all’attenzione ai giovani: il suo sorriso, la sua carta di identità».

Visione confermata dall’appassionato discorso di apertura della Presidente del Parlamento europeo, la maltese Roberta Metsola, ancienne del Collegio e collega di Sassoli, a cui è succeduta lo scorso gennaio: «David è stato un paladino della democrazia, che ci ha insegnato che bisogna essere autorevoli e onesti. Che bisogna impegnarsi profondamente per realizzare i progetti».

Nell’ambito dei corsi di italiano – sostenuti dall’Ambasciata d’Italia presso il Regno del Belgio e dall’Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles – che quest’anno portano il suo nome, gli studenti stranieri  stanno cominciando a conoscere David Sassoli ascoltandone le parole e ricostruendo la sua emblematica figura attraverso letture e ricerche. Nel secondo semestre dell’anno accademico confronteranno il ruolo dell’Assemblea da lui presieduta dal 2019 fino alla sua scomparsa con quello dei Parlamenti nazionali dei rispettivi Paesi.

Perché – come riferito dalla Presidente Metsola citando Sassoli – «l’Unione europea non è un incidente della storia, non è caso: è il risultato tangibile dell’impegno di padri fondatori visionari. L’Europa non va studiata ma vissuta, mettendo in atto il suo potere di creare un nuovo percorso nel mondo, un grande disegno di pace».

Pour la photo: merci à Stéphanie Parmentier

ITALIA  EUROPA e VATICANO tra storia e istituzioni, politica e diritto

Roma, 1 agosto 2022. La storia dell’Italia, dell’Europa e del Vaticano ha seguito lo stesso cammino.

Destini geograficamente e storicamente intrecciati per quasi due millenni, dall’editto dell’Imperatore Costantino (313), attraverso le vicende  dello Stato pontificio (756), fino ai Patti Lateranensi (1929) e, ancora oggi, inesorabilmente connessi.

Dal 2018, il Seminario prima, il Corso adesso, ne ripercorre le tappe – con l’ausilio di documenti  e immagini – inserendole in un quadro istituzionale, politico e giuridico, con riferimento anche a fatti di attualità e particolare attenzione tanto ai concetti e agli istituti quanto al linguaggio.

Una formazione destinata a interpreti, traduttori, giuristi linguisti, professionisti, che lavorano in questo settore e su tali tematiche. E che potrà essere arricchita da due Seminari di approfondimento: Sistema giurisdizionale e casi giudiziari nello Stato della Città del Vaticano;

Enti ecclesiastici e religiosi tra diritto del lavoro e disciplina del terzo settore.

Dal 26 settembre, ogni lunedì, dalle 18:30 alle 20:30, on line, da ovunque voi siate, per un totale di 13 incontri.

Testi di riferimento:

  • La Dispensa [*], predisposta dalla sottoscritta, che porta il titolo del Corso
  • Il mio Lessico pratico di italiano giuridico per stranieri, Maria Cristina Coccoluto, 2018, Roma – Istituto Armando Curcio University Press.   

Costo: 220 € – tessera socio dell’Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles 2022-23 inclusa
Per approfondimenti e informazioni, non esitate a scrivermi a italianodeldiritto@gmail.com  

Per le iscrizioni: corsi.iicbruxelles@esteri.it; 0032 (0)2/533.27.25

Ecco i titoli della Dispensa [*], introdotti dai filmati la cui visione ne accompagnerà la trattazione:

* Dallo Speciale TG1 «Le dimissioni di Papa Benedetto XVI», 11 febbraio 2013

1.  Dalla donazione di Costantino (prima fake news della storia) alla nascita dello Stato pontificio

* Dal filmato «La Divina Commedia. Inferno, Canto XIX», De Agostini

2. Dante, Papato e Impero

* Dalla trasmissione TV «Alla scoperta del Vaticano», “La più grande Basilica del mondo”, di Alberto Angela

3. Riforma protestante e controriforma

* Dal documentario «Pio XI, il papa che vide il futuro»   

4. La questione romana

* Dalla trasmissione TV «Alla scoperta del Vaticano», “La vita quotidiana ”, di Alberto Angela         

5. I Patti lateranensi e la loro revisione (1929-1984)

* Dalla trasmissione TV «Alla scoperta del Vaticano», “La vita quotidiana”, di Alberto Angela

6. Lo Stato Città del Vaticano e la Santa Sede

* Dalla trasmissione televisiva «La più bella del mondo», di Roberto Benigni, 17 dicembre 2012

7. Diritto canonico, vaticano, ecclesiastico

*  Da un filmato di Vatican News «Papa Francesco – la riforma dei media vaticani», 16 dicembre 2017

8. Papa Francesco, il riformatore

* Da un servizio di TG2000 «Papa Francesco riceve il Premio Carlo Magno 2016», 5 maggio 2016

9. Il Vaticano e l’Unione europea

Ciao Maestro! Grazie Andrea Camilleri!

Bruxelles, 17 luglio 2019. Ho approfondito per la prima volta nelle sale del Parlamento europeo di Bruxelles, nel 2005, la conoscenza del commissario Montalbano. Il mio allievo, e collega, redattore capo della DPA, Deutsche Presse Agentur, ne era appassionato, ed era diventato ben presto capace di capire il siciliano, meglio di me. Un tedesco pazzo per Andrea Camilleri!

Nel 2015, nell’ambito del corso “Antologia della letteratura italiana” all’Istituto Italiano di Cultura, dopo aver sentito Camilleri affermare: “Montalbano ha imparato da Maigret”, siamo andati sulle tracce del suo autore, il belga Georges Simenon, a Liegi, confrontando i due grandi commissari (il Maigret “italiano” interpretato da un immenso Gino Cervi).

Ciao Maestro! Grazie Andrea Camilleri!

L’importanza dei linguaggi settoriali nella formazione e nelle istituzioni in Italia e all’estero

Una sintesi del mio intervento alla Giornata di traduzione e interpretazione ALP2019, Accordare le parole. Ancora grazie a Giulia Gentili, Arianna Lombardi e Viviana Merola per avermi invitata. L’intero articolo su https://www.accordareleparole.com/, “scarica conferenza”.

ALP2019
L’importanza dei linguaggi settoriali nella formazione

Il «Lessico pratico» per l’italiano lingua di lavoro in un’ottica europea

 

Bruxelles, 5 dicembre 2018. «Grazie, Isabella De Monte, per l’ospitalità qui in questa Istituzione dove sono arrivata nel 2002, come giornalista accreditata. Non potevo certo immaginare che, sedici anni dopo, un mio lavoro, anzi il frutto del mio lavoro, del mio percorso professionale, avrebbe trovato una tanto prestigiosa collocazione  nell’alta Assemblea dell’Unione».

Il «Lessico pratico di italiano giuridico per stranieri» – edito da Istituto Armando Curcio University Press, Collana Didattica e Ricerca, diretta dalla dottoressa Sabrina Aulitto – è stato presentato, infatti, al Parlamento europeo di Bruxelles, nell’ambito dell’evento dal titolo «L’italiano lingua di lavoro in un’ottica europea».

L’incontro è stato ospitato dall’eurodeputata Isabella De Monte e organizzato in collaborazione con l’associazione degli alumni dell’Università «La Sapienza» di Roma, NoiSapienza Bruxelles – presieduta da Flavia Silvestroni, avvocato specializzato in diritto del Commercio internazionale – di cui faccio fieramente parte. E non è un caso che il libro sia dedicato al professor Angelo Raffaele Latagliata, nel 1987 ordinario della cattedra di Diritto penale alla facoltà di Giurisprudenza dello storico Ateneo (e membro della Commissione ministeriale Pagliaro per un progetto di riforma del Codice penale nel 1988), che avrebbe dovuto essere relatore della mia tesi di laurea se non fosse prematuramente scomparso nel 1990. Il Prof più sorridente della Sapienza, nella quale, ha precisato l’avvocato Silvestroni, «si sono laureati anche il presidente Tajani e l’onorevole Silvia Costa».

«Sono stata molto contenta di riscontrare tante adesioni all’iniziativa. Il “Lessico pratico di italiano giuridico per stranieri” introduce  un argomento specifico, al tempo stesso di interesse generale – ha esordito Isabella De Monte, triestina, laureata in Giurisprudenza, avvocato,  convinta che «chi ha a cuore la materia giuridica, la ama al momento dello studio, poi continua per l’intera vita». Del resto il diritto riguarda tutti noi, l’esistenza di ogni giorno, da quando compriamo il giornale a quando firmiamo un contratto di somministrazione per la fornitura di gas o di elettricità. Per non parlare poi delle «Istituzioni UE, dove si fa per definizione la legislazione.  Nella Commissione Trasporti, di cui faccio parte, il pacchetto stradale è quello tra i più complessi. Quando abbiamo trattato il tema della casa, e dei concetti di residenza, domicilio, dimora, che nell’ordinamento italiano sono ben definiti, negli altri Stati membri non sempre, in sede di discussione del regolamento abbiamo dovuto negoziare e chiarire i diversi istituti. Impossibile, dunque, trascurare oggi le declinazioni tecniche di una lingua, come l’italiano, soprattutto se vogliamo che sia anche lingua di lavoro».

Per giungere a parlare di come è nato il «Lessico pratico», non potevo non ripercorrere la personale esperienza nell’insegnamento dell’italiano a stranieri e, in particolare, di un italiano specialistico, supportato dalla formazione giuridica.

Tutto comincia dalla collaborazione, nel 2004, con l’Istituto Italiano di Cultura dove – dopo diversi corsi individuali a interpreti e funzionari di aziende che lavoravano con l’Italia – nel 2007 parte il primo corso di italiano giuridico di gruppo. Due avvocati, una traduttrice, un’interprete, due imprenditori:  un’iniziativa di successo.

Con l’arrivo all’IIC, nel 2012, come responsabile della formazione, di Rita Giannini Watson, giurista, con esperienza in didattica dell’italiano agli stranieri, attività politica all’attivo, far nascere corsi di gruppo di italiano giuridico è stato un processo naturale. I destinatari erano prevalentemente interpreti, giuristi, giuristi linguisti, funzionari.

Quando uno studente di Giurisprudenza di Gent, che doveva partire per l’Erasmus in Italia, ci comunica che non poteva venire a Bruxelles con facilità, ci siamo inventati i corsi a distanza, via skype, che ancora realizzo con frequenza in diversi Paesi europei.

Nel 2014, con un protocollo firmato tra l’IIC e il Collège d’Europe, vengono attivati i corsi di italiano nella sede di Bruges dove, a gran richiesta degli studenti, tengo anche seminari di italiano giuridico e politico.

Comincia nel 2015 la collaborazione con AIIC Belgio, Associazione Internazionale Interpreti di Conferenza, e con la direzione della formazione per gli interpreti alla  Corte di Giustizia dell’UE: i primi seminari di italiano giuridico tenuti all’interno dell’Istituzione di Lussemburgo!

Sono del 2016 i primi corsi intensivi allo SCIC, il Servizio Comune Interpretazione e Conferenze della Commissione europea.

In pochi anni, dunque, le esigenze della formazione linguistica cambiano. La contestualizzazione diventa necessaria per ben interpretare e tradurre.

Per usare i termini giusti bisogna conoscere a fondo il significato dei corrispondenti. Chi sa spiegare la differenza tra il GIP e il GUP?

E tra impresa, azienda e ditta?

Cosa è l’incidente probatorio?

Il PM è un giudice o un avvocato?

E perché c’è chi traduce il whistleblower inglese nell’italiano “informatore” – parola del linguaggio comune che non rende certo l’idea del “segnalante di fatti illeciti”, come correttamente lo definisce la legge italiana?

«Abbiamo fatto un bel percorso con Maria Cristina all’IIC» ha raccontato Rita Giannini Watson, funzionaria di UK Law Societies.  «Abbiamo molto in comune, tutte e due laureate in giurisprudenza, professori di italiano come lingua straniera. Devo dire per me non con la passione con cui l’ha fatto e lo fa Maria Cristina: io sono stata un’insegnante competente, ma non di più.  Però mi ha fatto un po’ tornare al primo amore, quello per il diritto».

Perché l’italiano come lingua di lavoro?

«Perché l’italiano è una lingua diffusa in quanto è amata», spiega la dottoressa Giannini. Ho visto in Inghilterra che la gente imparava la nostra lingua perché bella, lingua della musica, dell’arte, della cucina, della cultura. Un amore che non sempre si traduce nell’uso tecnico e quotidiano dell’italiano. È una lingua ponte, diciamo, però c’è un grosso problema nell’insegnamento dell’italiano specialistico, giuridico ma non solo, per esempio nell’astrofisica, nella biologia, nella medicina. Ed è la preparazione dei formatori. Unitamente al riconoscimento ufficiale dello status di professore di italiano come lingua straniera. Purtroppo manca una politica generale dell’Italia nella diffusione dell’italiano anche lingua di lavoro».

«La pensiero immediato che mi è venuto in mente nel preparare questa serata è stato non il primo amore, ahimè, ma il primo esame, “Istituzioni di diritto romano”» ha esordito l’avvocato Francesco Maria Salerno, direttore della sede di Bruxelles dello Studio Gianni-Origoni-Grippo-Cappelli & Partners, che ha egregiamente curato la Prefazione del volume. «Se penso a quell’esame, e penso al tipo di diritto che faccio oggi mi rendo conto della grandissima ricchezza della nostra tradizione giuridica millenaria, con cui esiste ancora un filo di continuità».

«Vi confesso, però, che spesso questa grande cultura può essere anche un peso. Sapete che Marco Tullio Cicerone, uno dei più grandi avvocati e oratori, era balbuziente? Non perché fosse malato bensì perché, si racconta, soffriva di “troppa cultura”. Avendo tante idee e troppe cose da dire, spesso l’incipit del discorso era frenato».

«Io penso che ogni tanto a noi giuristi italiani succeda la stessa cosa: siamo un po’ schiacciati dal peso della cultura millenaria che ci portiamo dentro. Ed ecco allora che saluto questo libro perché libera la cultura giuridica nella sua agilità, nella sua essenzialità. Permette agli stranieri di avere un accesso facile al nostro grandissimo patrimonio: è bello sentire che la professoressa ricorda gli studenti presenti uno per uno con i loro nomi. Credo sia una cosa straordinaria, che fa comprendere che dietro al “Lessico” vi sono veramente i suoi destinatari».

«Per me, come giurista italiano», l’avvocato Salerno lo sottolinea, «è un supporto proprio perché spesso quello che facciamo qui è un diritto che dobbiamo spiegare, comunicare alle Istituzioni e nel settore privato; dunque avere un libro che ci dà il contesto  anche di rami del diritto che non pratichiamo tutti i giorni è un grandissimo aiuto nel nostro lavoro di “interpreti”, non quelli seduti in queste cabine dietro le mie spalle, ma quelli che si accostano al testo giuridico e la prima cosa che fanno  è cercare di capirlo, di interpretarlo per spiegarlo, per difendere, per promuovere, per persuadere».

Ma come è nato il «Lessico pratico di italiano giuridico per stranieri»?

Fin dal mio primo corso di italiano giuridico all’IIC di Bruxelles, l’esigenza emersa nell’immediato era stata quella di un testo di riferimento, dove poter approfondire o ritrovare i termini, i concetti e gli istituti analizzati in aula.

Avevo pensato di sopperire all’inizio con schede esplicative, che accompagnavano il materiale autentico su cui baso puntualmente ogni mio corso. Per poi giungere, alla fine di ogni anno accademico, a creare vere e proprie dispense che assemblavano organicamente i documenti sui soggetti trattati e servivano da «libri di testo» per gli anni successivi. Non so se si può immaginare la soddisfazione provata, un giorno, quando Lucia Ventura, un’interprete di conferenza  italiana assidua frequentatrice dei miei seminari, mi disse: «Lo sai che vado in cabina con le tue dispense?».

Dall’altro lato, la sempre maggiore richiesta – nel contesto dell’Unione europea – dell’insegnamento dell’italiano specialistico e settoriale, da utilizzare anche come lingua di lavoro. La costante testimonianza di colleghi che, nei livelli più avanzati, soprattutto con i professionisti, si trovavano in difficoltà – e non c’è da meravigliarsi – con una terminologia che presuppone una formazione prettamente giuridica e non dà nulla per scontato. E l’auspicio, a più voci, di pubblicazione delle dispense, mi ha motivato maggiormente ad affrontare questo non semplice lavoro.

Il principale scoglio da superare è stato deciderne la struttura: corredare ogni argomento con gli articoli di stampa – anche specialistica – sottoposti agli allievi, sarebbe stato bello. Ma poco pratico da realizzare per diversi motivi. E poi, pensando a Lucia che si portava in cabina le scomode dispense formato A4, mi sono detta che avrei dovuto realizzare un testo maneggevole e di facile consultazione.

Un Lessico pratico, dunque, perché vuole essere uno strumento di lavoro utile nel concreto. In cabina, in aula o in studio, è strutturato in ordine alfabetico per favorire una facile consultazione,  ed è arricchito dalla comparazione per guidare la comprensione anche di chi – italiano o straniero – giurista non è.

E, poi, europeo, nell’ottica di una auspicata futura collocazione dell’italiano – a pieno titolo – tra le lingue di lavoro dell’UE.

«Non voglio più sentir dire che il diritto è noioso», ha puntualizzato l’onorevole De Monte. «In questa sede ospitiamo molte iniziative ma stasera sento proprio l’entusiasmo e il piacere di occuparsi di tali materie. Mi è piaciuto anche leggere di termini non propriamente trattati nell’ambito europeo ma che sono invece molto importanti a livello italiano». Perché l’UE non ha competenza legislativa  in materia penale, «ma vai a confondere la concussione con la corruzione, e per la gravità del reato e per la sanzione…».

«Anche il tema delle Istituzioni è fondamentale: molti ancora confondono la Commissione con il Parlamento. Ti avrei voluto far leggere un articolo dove Tajani veniva definito il presidente del Consiglio d’Europa. Sono affermazioni che fanno inorridire. E’ importante, soprattutto in questo momento in cui ci avviamo alle elezioni europee, trasmettere la conoscenza, la cui mancanza causa discredito. Temo sia diffusa l’idea che gli europarlamentari abbiano iniziativa legislativa e che quindi siano paragonati a deputati o senatori nazionali, il che produce anche un’aspettativa diversa».

«C’è dunque un valore, sotto vari profili, di questo libro, e del lavoro importante e grosso che vi si percepisce alle spalle. E credo anche con un’esigenza di continuità e di aggiornamento in futuro», suggerisce in conclusione l’Eurodeputata.

Di certo, il contenuto del Lessico pratico non è esaustivo. Vi sono richiamati i termini, i concetti e gli istituti che emergono di regola durante i miei corsi e  seminari; corrispondono alle domande a cui rispondo dal 2007 – pur nelle trasformazioni della prolifica legislazione italiana – ai numerosi studenti che si pregiano di seguirmi in questo percorso. Con l’obiettivo di trasmettere tutta la passione che provo per l’italiano del diritto fin da quel 5 novembre 1985 quando, entrando nell’aula magna di Giurisprudenza,  sentii ripetere, più volte durante le prime ore di lezione, e rimanendone affascinata: «Ubi est societas ibi est ius. Ubi est ius ibi est societas» (Là dove è un corpo sociale organizzato, lì vi è diritto. Dove è diritto, là vi è un corpo sociale organizzato).

 

Il Lessico pratico di italiano giuridico per stranieri al Parlamento europeo

Lessico_ParlamentoEuropeo
L’italiano lingua di lavoro in un’ottica europea – Parlamento europeo, Bruxelles

Bruxelles, 13 novembre 2018. Quando, nella primavera del 2002, varcai per la prima volta la soglia del Parlamento europeo a Bruxelles (conoscevo già da tempo  le sedi di Strasburgo e di Lussemburgo), non avrei certo immaginato che – sedici anni dopo – un mio lavoro avrebbe trovato una tanto prestigiosa collocazione  nell’alta Assemblea dell’Unione.

Il «Lessico pratico di italiano giuridico per stranieri» – edito da Istituto Armando Curcio University Press, Collana Didattica e Ricerca, diretta dalla dottoressa Sabrina Aulitto – verrà  infatti presentato il prossimo martedì 20 novembre, nell’ambito dell’evento dal titolo «L’italiano lingua di lavoro in un’ottica europea», alle ore 18.00, nella (bella) sala P1C047 del Parlamento.

L’incontro è ospitato dall’eurodeputata Isabella De Monte e organizzato in collaborazione con l’associazione degli alumni dell’Università «La Sapienza» di Roma, NoiSapienza Bruxelles – presieduta dall’avvocato Flavia Silvestroni – di cui faccio fieramente parte.

E non è un caso che il libro sia dedicato al professor Angelo Raffaele Latagliata, nel 1987 ordinario della cattedra di Diritto penale alla facoltà di Giurisprudenza dello storico Ateneo (e membro della Commissione ministeriale Pagliaro per un progetto di riforma del Codice penale nel 1988), che avrebbe dovuto essere relatore della mia tesi di laurea se non fosse prematuramente scomparso nel 1990. Il Prof più sorridente della Sapienza.

Tenendo, nel 2007, il mio primo corso di italiano giuridico all’Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles, l’esigenza che emerse nell’immediato tra i partecipanti – stranieri di sei diverse nazionalità – fu quella di un testo di riferimento, dove poter approfondire o ritrovare i termini, i concetti e gli istituti analizzati in aula.

Pensai di sopperire all’inizio con schede esplicative, che accompagnavano il materiale autentico su cui baso puntualmente ogni mio corso. Per poi giungere, alla fine di ogni anno accademico, a creare vere e proprie dispense che assemblavano organicamente i documenti sui soggetti trattati e servivano da «libri di testo» per gli anni successivi. Non so se si può immaginare la soddisfazione provata, un giorno, quando Lucia Ventura, un’interprete di conferenza  italiana assidua frequentatrice dei miei seminari, mi disse: «Lo sai che vado in cabina con le tue dispense?».

Dall’altro lato, la sempre maggiore richiesta – nel contesto dell’Unione europea – dell’insegnamento dell’italiano specialistico e settoriale, da utilizzare anche come lingua di lavoro. La costante testimonianza di colleghi che, nei livelli più avanzati, soprattutto con i professionisti, si trovavano in difficoltà – e non c’è da meravigliarsi – con una terminologia che presuppone una formazione prettamente giuridica e non dà nulla per scontato. E l’auspicio, a più voci, di pubblicazione delle dispense, mi ha motivato maggiormente ad affrontare questo non semplice lavoro.

Il principale scoglio da superare è stato deciderne la struttura: corredare ogni argomento con gli articoli di stampa – anche specialistica – sottoposti agli allievi, sarebbe stato bello. Ma poco pratico da realizzare per diversi motivi. E poi, pensando a Lucia che si portava in cabina le scomode dispense formato A4, mi sono detta che avrei dovuto realizzare un testo maneggevole e di facile consultazione, sia per i partecipanti ai corsi e seminari che per un professionista al lavoro o per un collega in aula.

Ed ecco il «Lessico pratico di italiano giuridico per stranieri», di cui dialogheremo con l’onorevole Isabella De Monte, con la dottoressa Rita Giannini Watson, funzionaria di UK Law Societies, e con l’avvocato Francesco Maria Salerno, direttore della sede di Bruxelles dello Studio Gianni-Origoni-Grippo-Cappelli & Partners, che ha egregiamente curato la Prefazione del volume.

E con tutti gli studenti stranieri, i funzionari e gli eurodeputati che avranno il piacere di unirsi a noi.

Un Lessico pratico perché vuole essere uno strumento di lavoro utile nel concreto. In cabina, in aula o in studio, è strutturato in ordine alfabetico per favorire una facile consultazione,  ed è arricchito dalla comparazione per guidare la comprensione anche di chi – italiano o straniero – giurista non è.

Ma, soprattutto, europeo, nell’ottica di una auspicata futura collocazione dell’italiano – a pieno titolo – tra le lingue di lavoro dell’UE.

Perché un «Lessico pratico di italiano giuridico per stranieri»?

Lessico
Da domani in libreria!

Bruxelles, 29 aprile 2018. Quando, nel 2007, tenni il mio primo corso di italiano giuridico all’Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles, l’esigenza che emerse nell’immediato tra i partecipanti – stranieri di sei diverse nazionalità – fu quella di un testo di riferimento, dove poter approfondire o ritrovare i termini, i concetti e gli istituti analizzati in aula.

Pensai di sopperire all’inizio con schede esplicative, che accompagnavano il materiale autentico su cui baso puntualmente ogni mio corso. Per poi giungere, alla fine di ogni anno accademico, a creare vere e proprie dispense che assemblavano organicamente i documenti sui soggetti trattati e servivano da «libri di testo» per gli anni successivi. Non so se si può immaginare la soddisfazione provata, un giorno, quando Lucia Ventura, un’interprete di conferenza  italiana assidua frequentatrice dei miei seminari, mi disse: «Lo sai che vado in cabina con le tue dispense?».

Dall’altro lato, la sempre maggiore richiesta – nel contesto dell’Unione europea – dell’insegnamento dell’italiano specialistico e settoriale, da utilizzare anche come lingua di lavoro. La costante testimonianza di colleghi che, nei livelli più avanzati, soprattutto con i professionisti, si trovavano in difficoltà – e non c’è da meravigliarsi – con una terminologia che presuppone una formazione prettamente giuridica e non dà nulla per scontato. E l’auspicio, a più voci, di pubblicazione delle dispense, mi ha motivato ancor più ad affrontare questo non semplice lavoro.

Il principale scoglio da superare è stato deciderne la struttura: corredare ogni argomento con gli articoli di stampa – anche specialistica – sottoposti agli allievi sarebbe stato bello. Ma poco pratico da realizzare per diversi motivi. E poi, pensando a Lucia che si portava in cabina le scomode dispense formato A4, mi sono detta che avrei dovuto realizzare un testo maneggevole e di facile consultazione, sia per i partecipanti ai corsi e seminari che per un professionista al lavoro o per un collega in aula.

Ed ecco il «Lessico pratico» che da domani sarà in libreria – su www.curciostore.com per l’Italia,  Amazon e altri siti per l’estero – edito da Istituto Armando Curcio University Press, Collana Didattica e Ricerca, diretta dalla dottoressa Sabrina Aulitto.

Con la bellissima prefazione dell’avvocato Francesco Maria Salerno, direttore della sede di Bruxelles dello Sudio Gianni-Origoni-Grippo-Cappelli & Partners.

E dedicato al professor Angelo Raffaele Latagliata, nel 1987 ordinario della cattedra di Diritto penale alla facoltà di Giurisprudenza dell’Università «La Sapienza» di Roma (e membro della Commissione ministeriale Pagliaro per un progetto di riforma del Codice penale nel 1988), che avrebbe dovuto essere relatore della mia tesi di laurea se non fosse prematuramente scomparso nel 1990.

Pratico perché vuole essere uno strumento di lavoro utile nel concreto. In cabina, in aula o in studio.

Di certo, il suo contenuto non è esaustivo. Vi sono richiamati i termini, i concetti e gli istituti che emergono di regola durante i corsi; corrispondono alle domande a cui rispondo dal 2007 – pur nelle trasformazioni della prolifica legislazione italiana – ai numerosi studenti che si pregiano di seguirmi in questo percorso. Ho cercato di spiegare contenuti giuridici con una terminologia comprensibile anche a chi, italiano o straniero, giurista non è.

Con l’obiettivo di trasmettere tutta la passione che provo per l’italiano del diritto fin da quel 5 novembre 1985 quando, entrando nell’aula magna di Giurisprudenza,  sentii ripetere, più volte durante le prime ore di lezione, e rimanendone affascinata: «Ubi est societas ibi est ius. Ubi est ius ibi est societas» (Là dove è un corpo sociale organizzato, lì vi è diritto. Dove è diritto, là vi è un corpo sociale organizzato).

Spero di esservi riuscita.

 

2016, un anno di italiano giuridico. E non finisce qui

Bruxelles, 19 dicembre 2016. Si sono appena conclusi i primi tre seminari di italiano giuridico e politico della Promotion Keynes al Collège d’Europe di Bruges.

Pausa vacanze anche per il corso di italiano economico-giuridico di Marine, funzionaria francese di una grande società belga, che lavora sul mercato del Belpaese.

Un anno intenso, questo, cominciato il 26 febbraio alla Corte di giustizia di Lussemburgo, proseguito alla Camera di commercio belgoitaliana, al Collège d’Europe nella Promotion Chopin, all’AIIC Belgio (Associazione internazionale interpreti di conferenza), al Parlamento europeo (aprile e settembre), all’Istituto Italiano di Cultura, allo SCIC (Servizio di interpretazione e conferenze della Commissione europea).

Un anno straordinario, nove seminari in presenza, tre in videoconferenza, corsi, estensivi e intensivi.

L’italiano giuridico protagonista delle sale delle Istituzioni europee, al centro dell’interesse professionale di interpreti, giuristi, linguisti e funzionari stranieri, insieme – e imprescindibilmente – alla storia e alla cultura del Paese.

Mesi di letture, selezione di articoli e di contributi video.

Approfondimento della materia di base, analisi delle riforme – molte delle quali ancora in itinere – preparazione dei fascicoli/materiali di lavoro.

Ricerca di equilibrio tra i tempi a disposizione e la ricchezza di informazioni da fornire. Tra spiegazione di concetti giuridici e chiarezza di linguaggio.

E poi, in aula, il proficuo confronto tra sistemi e ordinamenti di altri Paesi, dell’UE e oltre, a integrare, ampliare, approfondire, a conoscerne reciprocamente le caratteristiche peculiari, e a far dire: “Bella la nostra Europa!”.

Un anno impegnativo. Ma esaltante.

Faticoso. Ma arricchente.

E non finisce qui.

Il 2017 si aprirà con il 2° corso intensivo allo SCIC – a soli tre mesi di distanza dal primo! – destinato agli interpreti di Commissione europea e Consiglio dell’Unione.

Per poi proseguire con altri tre seminari al Collège d’Europe.

Il corso di italiano giuridico e politico, a febbraio, all’Istituto Italiano di Cultura, dove tutto è cominciato, nel gennaio 2007.

In cantiere altri seminari in videoconferenza alla Corte e altri ancora in presenza in giro per importanti capitali europee (e non anticipo altro!).

Per un nuovo affascinante coinvolgente anno di… italiano giuridico.