«Raccontare l’Europa ai cittadini di domani». XIII edizione Premio Curcio per le Attività Creative

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Premio Curcio per le Attività Creative 2019

Bruxelles, 18 maggio 2019.  «Raccontare l’Europa ai cittadini di domani» è l’accattivante titolo della XIII Edizione del Premio Curcio per le Attività Creative, iniziativa no profit che ben sintetizza lo spirito dell’Associazione Armando Curcio e gli enti a essa collegati, l’Armando Curcio Editore e l’Istituto Armando Curcio.

La cittadinanza attiva e la cittadinanza digitale sono i due capisaldi della formazione delle nuove generazioni.

Il Premio Curcio invita i partecipanti a riflettere su queste competenze realizzando elaborati creativi per esprimere la propria idea di Europa e di partecipazione alla collettività.

Rivolto agli studenti degli Istituti scolastici di ogni ordine e grado, ai Parchi letterari e alle Librerie, il Premio promuove l’apertura al dialogo, lo sviluppo di un proprio senso critico e di una visione soggettiva del mondo, la disposizione alla cooperazione e la libera espressione delle proprie doti creative, chiamando i più giovani a riflettere su tematiche di volta in volta differenti ma pur sempre attualissime, attraverso la realizzazione di elaborati originali, specchio del loro mondo interiore.

Venerdì prossimo, 24 maggio, dalle ore 10.00 alle 13.00, presso la sala principale del Museo delle Civiltà di Roma, si svolgerà la premiazione dei vincitori.

La giuria sarà composta da personalità di spicco del mondo dell’editoria, della politica e della cultura: la professoressa Cristina Siciliano, vicepresidente esecutivo dell’Armando Curcio Editore, il maresciallo dell’Arma dei Carabinieri Fabio Iadeluca, l’archeologo Edoardo Schina in rappresentanza dell’Associazione Aditum cultura, il dott. Francesco Aquilanti, Museo delle civiltà, l’on. Souad Sbai, la dott.ssa Maria Cristina Gagliardi, ESRI Italia, i registi del film «Mò vi mento. Lira di Achille» e dell’omonimo libro edito da Armando Curcio Editore, Stefania Capobianco e Francesco Gagliardi.

E da colei che scrive, a portare una testimonianza europea dal Collège d’Europe e dalle Istituzioni UE.

Il moderatore dell’evento sarà l’attore Gianfranco Phino.

Tra gli ospiti saranno presenti Vittoria Iacovella, giornalista di Rai 3 e autrice, per il nuovo marchio editoriale di Armando Curcio Editore, Risfoglia, del libro I Rompiscatole. Storie di eroi senza mantello, accompagnata da due dei protagonisti dei suoi racconti, Valerio Catoia e Hasnain Syed.

Insieme a lei, alcuni degli autori più noti, tra i quali Tea RannoFabio Di CoccoElisabetta ZanelloBarbara BrocchiAndrea OberoslerEmanuela Sabbatini, che consegneranno i premi ai vincitori, confrontandosi con i ragazzi sul tema oggetto dell’edizione di quest’anno.

ALP2019, costruire la professione sulle passioni

Costruire la professione sulle proprie passioni. Con tanto impegnoformazione dedizione. E personalità. Senza farsi scoraggiare dai “maschi” scandalizzati: «Una femmina che legge la Gazzetta dello sport…!!!». L’ho raccontato ad «ALP2019 Accordare le parole».

https://www.accordareleparole.com/post/gestisci-il-blog-dal-tuo-sito-live-e-da-mobile?fbclid=IwAR3kd8dansOQIz3-RMOFN8i-61D92JAwXxdSQxy2hIMCXjeUnDTSRMnBsKQ

ALP2019

La passione della parola

«Il processo civile in Italia». Secondo seminario di italiano giuridico a Lille

E dopo quello penale, «Il processo civile in Italia», il mio nuovo seminario di italiano giuridico, organizzato dall’instancabile Nora Rakki per i suoi colleghi interpreti e traduttori legali.  Ancora una volta a Lille, in Francia, sabato 6 luglio prossimo, prima della pausa estiva. Iscrizioni entro il 2 giugno. Costo: 250 euro

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Il processo civile in Italia

Il «Processo penale in Italia» Seminario di italiano giuridico a Lille

«Il Processo penale in Italia», seminario di italiano giuridico per interpreti e traduttori legali, per la prima volta a Lille, in Francia. Organizzato dall’attivissima interprete francese Nora Rakkida contattare per informazioni e iscrizioni, entro il 30 marzo prossimo. Costo: 250 euro. Sabato 27 aprile 2019, dalle 10.00 alle 18.00.

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Il Processo penale in italia

ALP 2019 “Accordare le parole”, giornata di interpretazione e di traduzione

Bruxelles, 7 febbraio 2019. Non vedo l’ora di partecipare ad ALP 2019 “Accordare le parole”, giornata di interpretazione e di traduzione, insieme a interpreti, traduttori, professori, italiani e stranieri. A parlare del mio impegno nella diffusione dell’italiano come lingua di lavoro in Europa. E del mio Lessico pratico di italiano giuridico. A Roma, il prossimo 12 aprile. Con Giulia Gentili, Arianna Lombardi, Viviana Merola. SSML San Domenico, International Campus, ISTRAD. Per iscriversi, http://www.accordareleparole.com

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Mi preparo ad ALP 2019

Il «Lessico pratico» per l’italiano lingua di lavoro in un’ottica europea

 

Bruxelles, 5 dicembre 2018. «Grazie, Isabella De Monte, per l’ospitalità qui in questa Istituzione dove sono arrivata nel 2002, come giornalista accreditata. Non potevo certo immaginare che, sedici anni dopo, un mio lavoro, anzi il frutto del mio lavoro, del mio percorso professionale, avrebbe trovato una tanto prestigiosa collocazione  nell’alta Assemblea dell’Unione».

Il «Lessico pratico di italiano giuridico per stranieri» – edito da Istituto Armando Curcio University Press, Collana Didattica e Ricerca, diretta dalla dottoressa Sabrina Aulitto – è stato presentato, infatti, al Parlamento europeo di Bruxelles, nell’ambito dell’evento dal titolo «L’italiano lingua di lavoro in un’ottica europea».

L’incontro è stato ospitato dall’eurodeputata Isabella De Monte e organizzato in collaborazione con l’associazione degli alumni dell’Università «La Sapienza» di Roma, NoiSapienza Bruxelles – presieduta da Flavia Silvestroni, avvocato specializzato in diritto del Commercio internazionale – di cui faccio fieramente parte. E non è un caso che il libro sia dedicato al professor Angelo Raffaele Latagliata, nel 1987 ordinario della cattedra di Diritto penale alla facoltà di Giurisprudenza dello storico Ateneo (e membro della Commissione ministeriale Pagliaro per un progetto di riforma del Codice penale nel 1988), che avrebbe dovuto essere relatore della mia tesi di laurea se non fosse prematuramente scomparso nel 1990. Il Prof più sorridente della Sapienza, nella quale, ha precisato l’avvocato Silvestroni, «si sono laureati anche il presidente Tajani e l’onorevole Silvia Costa».

«Sono stata molto contenta di riscontrare tante adesioni all’iniziativa. Il “Lessico pratico di italiano giuridico per stranieri” introduce  un argomento specifico, al tempo stesso di interesse generale – ha esordito Isabella De Monte, triestina, laureata in Giurisprudenza, avvocato,  convinta che «chi ha a cuore la materia giuridica, la ama al momento dello studio, poi continua per l’intera vita». Del resto il diritto riguarda tutti noi, l’esistenza di ogni giorno, da quando compriamo il giornale a quando firmiamo un contratto di somministrazione per la fornitura di gas o di elettricità. Per non parlare poi delle «Istituzioni UE, dove si fa per definizione la legislazione.  Nella Commissione Trasporti, di cui faccio parte, il pacchetto stradale è quello tra i più complessi. Quando abbiamo trattato il tema della casa, e dei concetti di residenza, domicilio, dimora, che nell’ordinamento italiano sono ben definiti, negli altri Stati membri non sempre, in sede di discussione del regolamento abbiamo dovuto negoziare e chiarire i diversi istituti. Impossibile, dunque, trascurare oggi le declinazioni tecniche di una lingua, come l’italiano, soprattutto se vogliamo che sia anche lingua di lavoro».

Per giungere a parlare di come è nato il «Lessico pratico», non potevo non ripercorrere la personale esperienza nell’insegnamento dell’italiano a stranieri e, in particolare, di un italiano specialistico, supportato dalla formazione giuridica.

Tutto comincia dalla collaborazione, nel 2004, con l’Istituto Italiano di Cultura dove – dopo diversi corsi individuali a interpreti e funzionari di aziende che lavoravano con l’Italia – nel 2007 parte il primo corso di italiano giuridico di gruppo. Due avvocati, una traduttrice, un’interprete, due imprenditori:  un’iniziativa di successo.

Con l’arrivo all’IIC, nel 2012, come responsabile della formazione, di Rita Giannini Watson, giurista, con esperienza in didattica dell’italiano agli stranieri, attività politica all’attivo, far nascere corsi di gruppo di italiano giuridico è stato un processo naturale. I destinatari erano prevalentemente interpreti, giuristi, giuristi linguisti, funzionari.

Quando uno studente di Giurisprudenza di Gent, che doveva partire per l’Erasmus in Italia, ci comunica che non poteva venire a Bruxelles con facilità, ci siamo inventati i corsi a distanza, via skype, che ancora realizzo con frequenza in diversi Paesi europei.

Nel 2014, con un protocollo firmato tra l’IIC e il Collège d’Europe, vengono attivati i corsi di italiano nella sede di Bruges dove, a gran richiesta degli studenti, tengo anche seminari di italiano giuridico e politico.

Comincia nel 2015 la collaborazione con AIIC Belgio, Associazione Internazionale Interpreti di Conferenza, e con la direzione della formazione per gli interpreti alla  Corte di Giustizia dell’UE: i primi seminari di italiano giuridico tenuti all’interno dell’Istituzione di Lussemburgo!

Sono del 2016 i primi corsi intensivi allo SCIC, il Servizio Comune Interpretazione e Conferenze della Commissione europea.

In pochi anni, dunque, le esigenze della formazione linguistica cambiano. La contestualizzazione diventa necessaria per ben interpretare e tradurre.

Per usare i termini giusti bisogna conoscere a fondo il significato dei corrispondenti. Chi sa spiegare la differenza tra il GIP e il GUP?

E tra impresa, azienda e ditta?

Cosa è l’incidente probatorio?

Il PM è un giudice o un avvocato?

E perché c’è chi traduce il whistleblower inglese nell’italiano “informatore” – parola del linguaggio comune che non rende certo l’idea del “segnalante di fatti illeciti”, come correttamente lo definisce la legge italiana?

«Abbiamo fatto un bel percorso con Maria Cristina all’IIC» ha raccontato Rita Giannini Watson, funzionaria di UK Law Societies.  «Abbiamo molto in comune, tutte e due laureate in giurisprudenza, professori di italiano come lingua straniera. Devo dire per me non con la passione con cui l’ha fatto e lo fa Maria Cristina: io sono stata un’insegnante competente, ma non di più.  Però mi ha fatto un po’ tornare al primo amore, quello per il diritto».

Perché l’italiano come lingua di lavoro?

«Perché l’italiano è una lingua diffusa in quanto è amata», spiega la dottoressa Giannini. Ho visto in Inghilterra che la gente imparava la nostra lingua perché bella, lingua della musica, dell’arte, della cucina, della cultura. Un amore che non sempre si traduce nell’uso tecnico e quotidiano dell’italiano. È una lingua ponte, diciamo, però c’è un grosso problema nell’insegnamento dell’italiano specialistico, giuridico ma non solo, per esempio nell’astrofisica, nella biologia, nella medicina. Ed è la preparazione dei formatori. Unitamente al riconoscimento ufficiale dello status di professore di italiano come lingua straniera. Purtroppo manca una politica generale dell’Italia nella diffusione dell’italiano anche lingua di lavoro».

«La pensiero immediato che mi è venuto in mente nel preparare questa serata è stato non il primo amore, ahimè, ma il primo esame, “Istituzioni di diritto romano”» ha esordito l’avvocato Francesco Maria Salerno, direttore della sede di Bruxelles dello Studio Gianni-Origoni-Grippo-Cappelli & Partners, che ha egregiamente curato la Prefazione del volume. «Se penso a quell’esame, e penso al tipo di diritto che faccio oggi mi rendo conto della grandissima ricchezza della nostra tradizione giuridica millenaria, con cui esiste ancora un filo di continuità».

«Vi confesso, però, che spesso questa grande cultura può essere anche un peso. Sapete che Marco Tullio Cicerone, uno dei più grandi avvocati e oratori, era balbuziente? Non perché fosse malato bensì perché, si racconta, soffriva di “troppa cultura”. Avendo tante idee e troppe cose da dire, spesso l’incipit del discorso era frenato».

«Io penso che ogni tanto a noi giuristi italiani succeda la stessa cosa: siamo un po’ schiacciati dal peso della cultura millenaria che ci portiamo dentro. Ed ecco allora che saluto questo libro perché libera la cultura giuridica nella sua agilità, nella sua essenzialità. Permette agli stranieri di avere un accesso facile al nostro grandissimo patrimonio: è bello sentire che la professoressa ricorda gli studenti presenti uno per uno con i loro nomi. Credo sia una cosa straordinaria, che fa comprendere che dietro al “Lessico” vi sono veramente i suoi destinatari».

«Per me, come giurista italiano», l’avvocato Salerno lo sottolinea, «è un supporto proprio perché spesso quello che facciamo qui è un diritto che dobbiamo spiegare, comunicare alle Istituzioni e nel settore privato; dunque avere un libro che ci dà il contesto  anche di rami del diritto che non pratichiamo tutti i giorni è un grandissimo aiuto nel nostro lavoro di “interpreti”, non quelli seduti in queste cabine dietro le mie spalle, ma quelli che si accostano al testo giuridico e la prima cosa che fanno  è cercare di capirlo, di interpretarlo per spiegarlo, per difendere, per promuovere, per persuadere».

Ma come è nato il «Lessico pratico di italiano giuridico per stranieri»?

Fin dal mio primo corso di italiano giuridico all’IIC di Bruxelles, l’esigenza emersa nell’immediato era stata quella di un testo di riferimento, dove poter approfondire o ritrovare i termini, i concetti e gli istituti analizzati in aula.

Avevo pensato di sopperire all’inizio con schede esplicative, che accompagnavano il materiale autentico su cui baso puntualmente ogni mio corso. Per poi giungere, alla fine di ogni anno accademico, a creare vere e proprie dispense che assemblavano organicamente i documenti sui soggetti trattati e servivano da «libri di testo» per gli anni successivi. Non so se si può immaginare la soddisfazione provata, un giorno, quando Lucia Ventura, un’interprete di conferenza  italiana assidua frequentatrice dei miei seminari, mi disse: «Lo sai che vado in cabina con le tue dispense?».

Dall’altro lato, la sempre maggiore richiesta – nel contesto dell’Unione europea – dell’insegnamento dell’italiano specialistico e settoriale, da utilizzare anche come lingua di lavoro. La costante testimonianza di colleghi che, nei livelli più avanzati, soprattutto con i professionisti, si trovavano in difficoltà – e non c’è da meravigliarsi – con una terminologia che presuppone una formazione prettamente giuridica e non dà nulla per scontato. E l’auspicio, a più voci, di pubblicazione delle dispense, mi ha motivato maggiormente ad affrontare questo non semplice lavoro.

Il principale scoglio da superare è stato deciderne la struttura: corredare ogni argomento con gli articoli di stampa – anche specialistica – sottoposti agli allievi, sarebbe stato bello. Ma poco pratico da realizzare per diversi motivi. E poi, pensando a Lucia che si portava in cabina le scomode dispense formato A4, mi sono detta che avrei dovuto realizzare un testo maneggevole e di facile consultazione.

Un Lessico pratico, dunque, perché vuole essere uno strumento di lavoro utile nel concreto. In cabina, in aula o in studio, è strutturato in ordine alfabetico per favorire una facile consultazione,  ed è arricchito dalla comparazione per guidare la comprensione anche di chi – italiano o straniero – giurista non è.

E, poi, europeo, nell’ottica di una auspicata futura collocazione dell’italiano – a pieno titolo – tra le lingue di lavoro dell’UE.

«Non voglio più sentir dire che il diritto è noioso», ha puntualizzato l’onorevole De Monte. «In questa sede ospitiamo molte iniziative ma stasera sento proprio l’entusiasmo e il piacere di occuparsi di tali materie. Mi è piaciuto anche leggere di termini non propriamente trattati nell’ambito europeo ma che sono invece molto importanti a livello italiano». Perché l’UE non ha competenza legislativa  in materia penale, «ma vai a confondere la concussione con la corruzione, e per la gravità del reato e per la sanzione…».

«Anche il tema delle Istituzioni è fondamentale: molti ancora confondono la Commissione con il Parlamento. Ti avrei voluto far leggere un articolo dove Tajani veniva definito il presidente del Consiglio d’Europa. Sono affermazioni che fanno inorridire. E’ importante, soprattutto in questo momento in cui ci avviamo alle elezioni europee, trasmettere la conoscenza, la cui mancanza causa discredito. Temo sia diffusa l’idea che gli europarlamentari abbiano iniziativa legislativa e che quindi siano paragonati a deputati o senatori nazionali, il che produce anche un’aspettativa diversa».

«C’è dunque un valore, sotto vari profili, di questo libro, e del lavoro importante e grosso che vi si percepisce alle spalle. E credo anche con un’esigenza di continuità e di aggiornamento in futuro», suggerisce in conclusione l’Eurodeputata.

Di certo, il contenuto del Lessico pratico non è esaustivo. Vi sono richiamati i termini, i concetti e gli istituti che emergono di regola durante i miei corsi e  seminari; corrispondono alle domande a cui rispondo dal 2007 – pur nelle trasformazioni della prolifica legislazione italiana – ai numerosi studenti che si pregiano di seguirmi in questo percorso. Con l’obiettivo di trasmettere tutta la passione che provo per l’italiano del diritto fin da quel 5 novembre 1985 quando, entrando nell’aula magna di Giurisprudenza,  sentii ripetere, più volte durante le prime ore di lezione, e rimanendone affascinata: «Ubi est societas ibi est ius. Ubi est ius ibi est societas» (Là dove è un corpo sociale organizzato, lì vi è diritto. Dove è diritto, là vi è un corpo sociale organizzato).

 

Tajani aan de studenten van het Europacollege: “Vind de sterkte in jullie hart!”

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Il presidente Tajani apre la Promotion Marin

Geschreven door Maria Cristina Coccoluto

Vertaald door Christophe VAN HEMELRYCK

Brugge, 22 oktober 2018, ik ben trots Italiaans te zijn want Italianen zijn Europeanen”. Dit is de boodschap waarmee de Voorzitter van het Europees Parlement, Antonio Tajani, zijn speech opende tijdens de inauguratie van het academisch jaar aan het Europacollege van Brugge. Het was Angela O’Neil, de verantwoordelijke van de lingüistische dienst, die de cerenomie opende. Ze begon met een warm welkom voor de voorzitter van de administratieve raad van het College, Íñigo Mendez de Vigo, en president Jorg Monar, die de beschermheer van de Promotie 2018-2019 voorstelde, de Spanjaard Manuel Marín.

In het College zullen jullie leren hoe de mechanismen van de Instituties werken. Deze Instituties vertegenwoordigen 500 miljoen burgers. Jullie zullen leren hoe het mogelijk was de machtsigste eengemaakte markt ter wereld te creëeren; hoe de euro het falen van de Zorgstaat heeft kunnen verhinderen; hoe we een eerste wereldwijd akkoord hebben kunnen sluiten over het klimaat. Jullie zullen voornamelijk leren hoe de Unie een project is voor de toekomst en een project is dat een strategische agenda nodig heeft.” De Voorzitter richtte zich aanvankelijk in het Frans tot de studenten, waarna hij overschakelde naar het Engels en het Spaans, waarna hij uiteindelijk in zijn moedertaal sprak. Maar ook de studenten van de basiscursus Italiaans konden hem volgen zonder de vertalingen van de tolk: zijn toon is vast, zijn taal is duidelijk en lineair. “Maar vergeet het belangrijkste niet: wanneer jullie Europese functionarissen worden, zullen jullie in dienst staan van de burgers.”

De komende jaren staat de Unie voor vele uitdagingen:

Het project resistenter maken tegen zaken die een bedreiging vormen voor de democratie;

veiligheid en welvaart veiligstellen, wat heel duidelijk inhoudt dat we onze cultuur en het systeem van waarden dat we delen, moeten verdedigen,

een moderne eenheidsmarkt, die voordeel kan halen uit de technologische, energiegerelateerde en digitale revoluties en die de planeet vandaag aan het veranderen zijn;

een Europese begroting, die de uitdagingen aankan en die over zijn eigen inkomsten beschikt;

een meer transparante economische governance, die gebaseerd is op productie-investeringen, die gebaseerd is op de strijd tegen werkloosheid en die de sociale en economische convergentie van de armste en meest achtergestelde regio’s aanmoedigt;

de bedreiging van het terrorisme, waardoor het nodig wordt om de veiligheidsdiensten en de werking van de inlichtingendiensten beter te coördineren;

de verantwoordelijkheid op het wereldtoneel

Tajani twijfelt niet: “De eerste hervorming die moet doorgevoerd worden, moet de terugkeer naar een politiek zijn, die de moed had te beslissen en keuzes te maken. Het ongenoegen in Europa groeit omdat de Unie de burgers niet de antwoorden gegeven heeft die het verwachtte. We moeten veranderen en terugkeren naar een Europea van de politiek, waarin de burocratie zijn natuurlijke rol heeft van een administratieve machine die de aanwijzigen volgt van zij die het volk verkozen heeft.”

Daar stopt hij niet: het Europees parlement moet wettelijk initiatiefrecht hebben: “Het is niet mogelijk dat de enige vertegenwoordigers die door de burgers verkozen zijn geen wetsvoorstel mogen doen. Dit versterkt de indruk, hoewel dat een verkeerde indruk is, dat in Europa een handvol mensen zonder democratische legitimiteit, voor iedereen beslissen”.

De Europese verkiezingen van mei bieden een unieke gelegenheid om een nieuwe weg aan te wijzen. Laten we deze inslaan!”, vraagt de Voorzitter. En aan de 468 studenten van de Marin Promotie, die hem meerdere keren met applaus onderbreken, geeft hij de raad, “komend van een vader van jonge mensen van jullie leeftijd”:

 “Wees moedig!”.

Moed komt niet alleen uit het hoofd, uit kennis, maar voornamelijk vanuit het hart. Als iedereen onder ons gelooft in de Europese waarden en principes, kunnen we de hindernissen overwinnen, die onmogelijk te overwinnen lijken. Niemand, als jullie aan de kant van het recht staan, kan u terugdringen”.

“De leidraad van ons Europa, is de vrijheid waarvoor grote mannen en vrouwen hun leven gegeven hebben. Vandaag, gelukkig, worden jullie niet opgeroepen om haar te verdedigen. Het blijft evenweel een waarde om te verdedigen met inzet en overgave. Als iedereen onder ons overtuigd gelooft in de waarden die aan de basis van Europa liggen, zal dat ons, en zij die ons omringen, toestaan vrij te zijn”.

 “Durf’’.

 “Omarm de veranderingen!”.

 “Zoek de kracht in jullie harten!”.

 

Tajani to the students of the College of Europe: “Find strength in your heart!”

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Il Presidente si rivolge con calore agli studenti del Collegio

Written by Maria Cristina Coccoluto

Traduced by Raiyan AZMI – Italian course B1 – College of Europe

Bruges, 10 October 2018. «I am proud to be Italian because I am European». The President of the European Parliament, Antonio Tajani, opens his speech with this message at the commencement of the academic year at the College of Europe, at its campus in Bruges. Introduced by Angela O’Neil, head of the Language Service, the ceremony saw warm welcomes from the president of the administrative council of the College, Íñigo Mendez de Vigo, and from the principal Jorg Monar, who presented the Patron of Promotion 2018-2019, the Spaniard Manuel Marin.

«In the College you will learn how the gears of the Institutions that represent 500 million citizens work; how it was possible to create the most powerful single market in the world; how the euro prevented the failure of the welfare state; how we managed to reach the first global climate agreement. Above all, you will learn that the Union is a project of the future. And that it needs a strategic agenda». The President addresses the students first in French, then in English, in Spanish and finally in his mother tongue. But even the students of the basic Italian course follow him without the headphones of the interpretation: his tone is warm and decisive, his language clear and direct.

«But do not forget the main thing: when you become a European official, you will be at the service of the citizens».

The challenges of the coming years for the Union are many:

to make the project more resistant to the threat posed by democracy;

to guarantee prosperity and security, with it clear that this means defending our culture and the system of values that we share;

a modern single market, able to exploit the technological, energetic and digital

revolution that is transforming the planet;

a European budget which is up to the challenges, which counts on own resources;
more transparent economic governance based on productive investment and the fight against unemployment, which supports the economic and social convergence of the poorest and most disadvantaged regions;

the threat of terrorism, which requires us to better coordinate security forces and intelligence activities;

responsibilities at the global level.

Tajani has no doubts: «The first reform to be done is the return to a politics that has the courage to decide and make choices. Discontent in Europe is growing because the Union has not given our citizens the answers they were waiting for. We must change and return to a political Europe, where the bureaucracy has its natural role as an administrative machine that carries out the directions of those elected by the people».

Not only that: it is also necessary to give the European Parliament the power of legislative initiative. «It is no longer acceptable that the only representatives elected by citizens cannot submit a bill. This reinforces the mistaken impression that in Europe a few people without democratic legitimacy make decisions for everyone».

«The European elections in May offer a unique opportunity to indicate a new route. Let’s take it!», urges the President. And to the 468 students of Promotion Marin, who interrupt him several times with applause, he gave encouragement, «from a father of children of your age»:

«Be brave!».

«Courage comes not only from the head, from knowledge, but above all from the heart. If each of us believes in European values and principles, we can overcome obstacles that seem impossible. Nobody, if you are on the right side, can make you retreat».

«The common thread of our Europe is the freedom for which great women and men have given their lives. Today, fortunately, you are not called to defend it with yours, but it remains a value to be protected with commitment and dedication. If each of us firmly believes in the founding values of Europe, he will allow himself and those close to him to be free».

«Dare!».                           

«Embrace the changes!»

«Find strength in your heart!».

Tajani agli studenti del Collegio d’Europa: «Trovate la forza nel vostro cuore!»

 

 

Bruges, 10 ottobre 2018. «Io sono fiero di essere italiano perché sono europeo». Il Presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, apre con questo messaggio il suo intervento all’inaugurazione dell’anno accademico al Collegio d’Europa, nella sua sede di Bruges. Introdotta da Angela O’Neil, responsabile del Servizio linguistico, la cerimonia ha visto la calorosa accoglienza del presidente del consiglio amministrativo del Collège, Íñigo Mendez de Vigo, e del preside Jorg Monar, che ha presentato il Patron della Promotion 2018-2019, lo spagnolo Manuel Marin.

«Nel Collegio apprenderete come funzionano gli ingranaggi delle Istituzioni che rappresentano 500 milioni di cittadini; come è stato possibile creare il mercato unico più potente del mondo; come l’euro ha impedito il fallimento dello Stato sociale; come siamo riusciti a raggiungere il primo accordo globale sul clima. Soprattutto imparerete che l’Unione è un progetto di futuro. E che necessita di un’agenda strategica». Il Presidente si rivolge agli studenti prima in francese, poi in inglese, ancora in spagnolo e, infine, nella sua lingua materna. Ma anche gli studenti del corso di italiano di base lo seguono senza le cuffie dell’interpretazione: il suo tono è caldo e deciso, il suo linguaggio chiaro e lineare.

«Però non dimenticate la cosa principale: quando diventerete funzionari europei, sarete al servizio dei cittadini».

Le sfide degli anni a venire per l’Unione sono tante:

rendere il progetto più resistente alla minaccia che incombe sulla democrazia;

garantire prosperità e sicurezza avendo ben chiaro che questo significa difendere la nostra cultura e il sistema di valori che condividiamo;

un mercato unico moderno, capace di sfruttare la rivoluzione tecnologica, energetica e digitale che sta trasformando il pianeta;

un bilancio europeo all’altezza delle sfide, che conti su risorse proprie;

una governance economica più trasparente, basata sugli investimenti produttivi e sulla lotta alla disoccupazione, che favorisca la convergenza economica e sociale delle regioni più povere e svantaggiate;

la minaccia del terrorismo, che ci impone di coordinare meglio le forze di sicurezza e le attività d’intelligence;

le responsabilità a livello globale.

Tajani non ha dubbi: «La prima riforma da fare è il ritorno a una politica che abbia il coraggio di decidere e di fare scelte. Il malcontento in Europa cresce perché l’Unione non ha dato ai nostri cittadini le risposte che attendevano. Dobbiamo cambiare e tornare a un’Europa della politica, in cui la burocrazia abbia il suo ruolo naturale di macchina amministrativa che esegue le indicazioni di chi è stato eletto dal popolo».

Non solo: è necessario anche dare al Parlamento europeo il potere di iniziativa legislativa. «Non è più accettabile che gli unici rappresentanti eletti dai cittadini non possano presentare una proposta di legge. Così si rafforza l’impressione, errata, che in Europa poche persone prive di legittimazione democratica decidano per tutti».

«Le elezioni europee di maggio offrono un’opportunità unica per indicare una nuova rotta. Cogliamola!», esorta il Presidente. E ai 468 studenti della Promotion Marin, che lo interrompono più volte con applausi, raccomanda, «da padre di ragazzi della vostra età»:

«Siate coraggiosi!».

«Il coraggio viene non solo dalla testa, dalla conoscenza, ma soprattutto dal cuore. Se ciascuno di noi crede nei valori e nei principi europei, possiamo superare ostacoli che sembrano impossibili. Nessuno, se siete dalla parte del giusto, può farvi recedere».

«Il filo conduttore della nostra Europa è la libertà per la quale hanno dato la vita grandi donne e uomini. Oggi, per fortuna, non siete chiamati a difenderla con la vostra, ma resta un valore da tutelare con impegno e dedizione. Se ognuno di noi crede con fermezza nei valori fondanti dell’Europa permetterà a se stesso e chi gli sta vicino di essere libero».

«Osate!». «Abbracciate i cambiamenti!».

«Cercate la forza nel vostro cuore!».

L’Europa va a scuola

Bruxelles, 16 settembre 2018. L’Europa va a scuola è una serie di incontri – avviata nel dicembre 2017 – che ho piacevolmente realizzato con gli studenti  della “media” , del Liceo scientifico e del Tecnico industriale dell’Istituto onnicomprensivo “Giulio Cesare” di Sabaudia. E che proseguirò nei prossimi mesi, anche con i bambini della “primaria”.

All’avvio del nuovo anno scolastico l’iniziativa si è arricchita del corso di educazione alla cittadinanza europea, che le brillanti formatrici Giulia Ficarola e Veronica Vari porteranno nelle scuole medie della provincia di Latina, e oltre.

Perché l’Unione europea è fatta da noi e per noi, soprattutto per i più giovani. Perché l’Europa siamo noi.

L’Europa va a scuola