Intitolata a David Sassoli la Promotion 2022-2023 e i corsi di italiano al Collège d’Europe

Bruges, 31 ottobre 2022. Quando, nel giugno del 2009, David Sassoli venne eletto per la prima volta al Parlamento europeo, fra noi giornalisti accreditati alle Istituzioni dell’Unione serpeggiava quel misto tra curiosità e orgoglio, un po’ da italiani, un po’ da professionisti del settore, per l’arrivo, a Bruxelles, di un personaggio già ben noto a livello nazionale, che varcava la soglia dell’Edificio Altiero Spinelli da eurodeputato.

Ricordo il primo affollatissimo evento italiano della nuova legislatura, e i colleghi che si passavano la voce con sguardi di intesa: «Ci sarà anche Sassoli!».

Me lo vedo ancora davanti, avanzare con quell’incedere calmo – seppur deciso – e quel sorriso aperto, a cui non potevi fare a meno di rispondere.

Da quella sera di ottobre di tredici anni fa abbiamo assistito, fieri, anche emozionati, come spesso lo era lui, al suo brillante percorso, sempre con l’Europa e gli europei, nel cuore.

Proprio come la Promotion che si è aperta al Collège d’Europe di Bruges, a lui intitolata.

«‘I valori su cui si basa l’Europa, i nostri valori non sono negoziabili’: è per questa profonda convinzione che David è nostro Patron de Promotion» ha dichiarato, con voce rotta dalla commozione, la Rettrice Federica Mogherini rendendo omaggio all’«uomo», all’«europeo», al «Presidente». «E a un amico per molti di noi».

«Una persona umile, in grado di collegare gli individui perché all’ascolto degli altri. Un giornalista chiaro, un gentiluomo che non scendeva a compromessi. Tutto volto alla lotta contro le ingiustizie, all’attenzione ai giovani: il suo sorriso, la sua carta di identità».

Visione confermata dall’appassionato discorso di apertura della Presidente del Parlamento europeo, la maltese Roberta Metsola, ancienne del Collegio e collega di Sassoli, a cui è succeduta lo scorso gennaio: «David è stato un paladino della democrazia, che ci ha insegnato che bisogna essere autorevoli e onesti. Che bisogna impegnarsi profondamente per realizzare i progetti».

Nell’ambito dei corsi di italiano – sostenuti dall’Ambasciata d’Italia presso il Regno del Belgio e dall’Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles – che quest’anno portano il suo nome, gli studenti stranieri  stanno cominciando a conoscere David Sassoli ascoltandone le parole e ricostruendo la sua emblematica figura attraverso letture e ricerche. Nel secondo semestre dell’anno accademico confronteranno il ruolo dell’Assemblea da lui presieduta dal 2019 fino alla sua scomparsa con quello dei Parlamenti nazionali dei rispettivi Paesi.

Perché – come riferito dalla Presidente Metsola citando Sassoli – «l’Unione europea non è un incidente della storia, non è caso: è il risultato tangibile dell’impegno di padri fondatori visionari. L’Europa non va studiata ma vissuta, mettendo in atto il suo potere di creare un nuovo percorso nel mondo, un grande disegno di pace».

Pour la photo: merci à Stéphanie Parmentier

Al Castello Orsini Odescalchi, passeggiata nello Stato Pontificio

Roma, 10 gennaio 2022. Una limpida giornata di inizio gennaio, assolata, con un cielo meravigliosamente blu.

Scenario ideale per una visita al castello Orsini-Odescalchi, a Bracciano, in quel territorio del Lazio che, per più di 1000 anni, ha fatto parte dello Stato Pontificio.

Commissionato nel 1470 da Napoleone Orsini e ultimato nel 1485 sotto la guida del figlio Gentile Virginio, oggi è di proprietà degli Odescalchi, famiglia che proprio dagli Orsini rilevò il Ducato di Bracciano alla fine del XVII secolo.

Un luogo suggestivo e ricco di storia, che mi ha ben ispirato nella preparazione del seminario di italiano giuridico «ITALIA EUROPA e VATICANO, tra storia e istituzioni, politica e diritto», che terrò al College d’Europe di Bruges il prossimo 22 gennaio.

Collège d’Europe, l’Ambasciatrice Basile all’incontro degli studenti di italiano con il Rettore Mogherini

L’Ambasciatrice Elena Basile

Roma, 16 gennaio 2021. L’Ambasciatrice d’Italia in Belgio, Elena Basile, prenderà parte, lunedì 18 gennaio, all’incontro degli studenti dei corsi di italiano al Collège d’Europe, campus di Bruges, con il Rettore Federica Mogherini.

All’evento, che avrà luogo nell’ambito del corso di Italiano giuridico e politico, tenuto per la prima volta quest’anno al Collegio, sarà presente Paolo Sabbatini, Direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles, che sostiene le attività formative nella nostra lingua dal 2014.

«Su richiesta di Paolo, Direttore dell’Istituto Italiano di Cultura, non voglio perdere l’appuntamento con la Professoressa Coccoluto e i suoi studenti che avranno un interessante incontro con il Rettore Mogherini», ha dichiarato l’Ambasciatrice Basile.

«L’insegnamento dell’italiano all’estero, e la cultura italiana in generale, costituiscono un baluardo fondamentale della nostra politica estera».

«La presenza di studenti italiani e il contributo del Governo a una delle più prestigiose istituzioni accademiche europee rappresenta una partecipazione importante al processo di costruzione dell’Unione Europea, correlato alla formazione di una giovane generazione di studenti europei che condividono lo stesso patrimonio culturale e gli stessi  valori».

Collège d’Europe, il Rettore Federica Mogherini interviene al corso di Italiano giuridico e politico

Il Rettore del Collège d’Europe Federica Mogherini

Sabaudia, 10 novembre 2020. E’ confermato. E ne sono felice ed emozionata.
Il Rettore del Collège d’Europe Federica Mogherini ci farà il gran regalo di intervenire al corso di Italiano giuridico e politico, lunedì 18 gennaio 2021, alle ore 10.00.

Cari studenti – compresi quelli del livello B1 – preparate le domande!!!

Merci à Stéphanie Parmentier pour la superbe photo de notre Rectrice à Bruges!

Promotion Mario Soares 2020-2021

«Raccontare l’Europa ai cittadini di domani». XIII edizione Premio Curcio per le Attività Creative

PremioCurcio
Premio Curcio per le Attività Creative 2019

Bruxelles, 18 maggio 2019.  «Raccontare l’Europa ai cittadini di domani» è l’accattivante titolo della XIII Edizione del Premio Curcio per le Attività Creative, iniziativa no profit che ben sintetizza lo spirito dell’Associazione Armando Curcio e gli enti a essa collegati, l’Armando Curcio Editore e l’Istituto Armando Curcio.

La cittadinanza attiva e la cittadinanza digitale sono i due capisaldi della formazione delle nuove generazioni.

Il Premio Curcio invita i partecipanti a riflettere su queste competenze realizzando elaborati creativi per esprimere la propria idea di Europa e di partecipazione alla collettività.

Rivolto agli studenti degli Istituti scolastici di ogni ordine e grado, ai Parchi letterari e alle Librerie, il Premio promuove l’apertura al dialogo, lo sviluppo di un proprio senso critico e di una visione soggettiva del mondo, la disposizione alla cooperazione e la libera espressione delle proprie doti creative, chiamando i più giovani a riflettere su tematiche di volta in volta differenti ma pur sempre attualissime, attraverso la realizzazione di elaborati originali, specchio del loro mondo interiore.

Venerdì prossimo, 24 maggio, dalle ore 10.00 alle 13.00, presso la sala principale del Museo delle Civiltà di Roma, si svolgerà la premiazione dei vincitori.

La giuria sarà composta da personalità di spicco del mondo dell’editoria, della politica e della cultura: la professoressa Cristina Siciliano, vicepresidente esecutivo dell’Armando Curcio Editore, il maresciallo dell’Arma dei Carabinieri Fabio Iadeluca, l’archeologo Edoardo Schina in rappresentanza dell’Associazione Aditum cultura, il dott. Francesco Aquilanti, Museo delle civiltà, l’on. Souad Sbai, la dott.ssa Maria Cristina Gagliardi, ESRI Italia, i registi del film «Mò vi mento. Lira di Achille» e dell’omonimo libro edito da Armando Curcio Editore, Stefania Capobianco e Francesco Gagliardi.

E da colei che scrive, a portare una testimonianza europea dal Collège d’Europe e dalle Istituzioni UE.

Il moderatore dell’evento sarà l’attore Gianfranco Phino.

Tra gli ospiti saranno presenti Vittoria Iacovella, giornalista di Rai 3 e autrice, per il nuovo marchio editoriale di Armando Curcio Editore, Risfoglia, del libro I Rompiscatole. Storie di eroi senza mantello, accompagnata da due dei protagonisti dei suoi racconti, Valerio Catoia e Hasnain Syed.

Insieme a lei, alcuni degli autori più noti, tra i quali Tea RannoFabio Di CoccoElisabetta ZanelloBarbara BrocchiAndrea OberoslerEmanuela Sabbatini, che consegneranno i premi ai vincitori, confrontandosi con i ragazzi sul tema oggetto dell’edizione di quest’anno.

ALP2019, costruire la professione sulle passioni

Costruire la professione sulle proprie passioni. Con tanto impegnoformazione dedizione. E personalità. Senza farsi scoraggiare dai “maschi” scandalizzati: «Una femmina che legge la Gazzetta dello sport…!!!». L’ho raccontato ad «ALP2019 Accordare le parole».

https://www.accordareleparole.com/post/gestisci-il-blog-dal-tuo-sito-live-e-da-mobile?fbclid=IwAR3kd8dansOQIz3-RMOFN8i-61D92JAwXxdSQxy2hIMCXjeUnDTSRMnBsKQ

ALP2019

La passione della parola

Il «Lessico pratico» per l’italiano lingua di lavoro in un’ottica europea

 

Bruxelles, 5 dicembre 2018. «Grazie, Isabella De Monte, per l’ospitalità qui in questa Istituzione dove sono arrivata nel 2002, come giornalista accreditata. Non potevo certo immaginare che, sedici anni dopo, un mio lavoro, anzi il frutto del mio lavoro, del mio percorso professionale, avrebbe trovato una tanto prestigiosa collocazione  nell’alta Assemblea dell’Unione».

Il «Lessico pratico di italiano giuridico per stranieri» – edito da Istituto Armando Curcio University Press, Collana Didattica e Ricerca, diretta dalla dottoressa Sabrina Aulitto – è stato presentato, infatti, al Parlamento europeo di Bruxelles, nell’ambito dell’evento dal titolo «L’italiano lingua di lavoro in un’ottica europea».

L’incontro è stato ospitato dall’eurodeputata Isabella De Monte e organizzato in collaborazione con l’associazione degli alumni dell’Università «La Sapienza» di Roma, NoiSapienza Bruxelles – presieduta da Flavia Silvestroni, avvocato specializzato in diritto del Commercio internazionale – di cui faccio fieramente parte. E non è un caso che il libro sia dedicato al professor Angelo Raffaele Latagliata, nel 1987 ordinario della cattedra di Diritto penale alla facoltà di Giurisprudenza dello storico Ateneo (e membro della Commissione ministeriale Pagliaro per un progetto di riforma del Codice penale nel 1988), che avrebbe dovuto essere relatore della mia tesi di laurea se non fosse prematuramente scomparso nel 1990. Il Prof più sorridente della Sapienza, nella quale, ha precisato l’avvocato Silvestroni, «si sono laureati anche il presidente Tajani e l’onorevole Silvia Costa».

«Sono stata molto contenta di riscontrare tante adesioni all’iniziativa. Il “Lessico pratico di italiano giuridico per stranieri” introduce  un argomento specifico, al tempo stesso di interesse generale – ha esordito Isabella De Monte, triestina, laureata in Giurisprudenza, avvocato,  convinta che «chi ha a cuore la materia giuridica, la ama al momento dello studio, poi continua per l’intera vita». Del resto il diritto riguarda tutti noi, l’esistenza di ogni giorno, da quando compriamo il giornale a quando firmiamo un contratto di somministrazione per la fornitura di gas o di elettricità. Per non parlare poi delle «Istituzioni UE, dove si fa per definizione la legislazione.  Nella Commissione Trasporti, di cui faccio parte, il pacchetto stradale è quello tra i più complessi. Quando abbiamo trattato il tema della casa, e dei concetti di residenza, domicilio, dimora, che nell’ordinamento italiano sono ben definiti, negli altri Stati membri non sempre, in sede di discussione del regolamento abbiamo dovuto negoziare e chiarire i diversi istituti. Impossibile, dunque, trascurare oggi le declinazioni tecniche di una lingua, come l’italiano, soprattutto se vogliamo che sia anche lingua di lavoro».

Per giungere a parlare di come è nato il «Lessico pratico», non potevo non ripercorrere la personale esperienza nell’insegnamento dell’italiano a stranieri e, in particolare, di un italiano specialistico, supportato dalla formazione giuridica.

Tutto comincia dalla collaborazione, nel 2004, con l’Istituto Italiano di Cultura dove – dopo diversi corsi individuali a interpreti e funzionari di aziende che lavoravano con l’Italia – nel 2007 parte il primo corso di italiano giuridico di gruppo. Due avvocati, una traduttrice, un’interprete, due imprenditori:  un’iniziativa di successo.

Con l’arrivo all’IIC, nel 2012, come responsabile della formazione, di Rita Giannini Watson, giurista, con esperienza in didattica dell’italiano agli stranieri, attività politica all’attivo, far nascere corsi di gruppo di italiano giuridico è stato un processo naturale. I destinatari erano prevalentemente interpreti, giuristi, giuristi linguisti, funzionari.

Quando uno studente di Giurisprudenza di Gent, che doveva partire per l’Erasmus in Italia, ci comunica che non poteva venire a Bruxelles con facilità, ci siamo inventati i corsi a distanza, via skype, che ancora realizzo con frequenza in diversi Paesi europei.

Nel 2014, con un protocollo firmato tra l’IIC e il Collège d’Europe, vengono attivati i corsi di italiano nella sede di Bruges dove, a gran richiesta degli studenti, tengo anche seminari di italiano giuridico e politico.

Comincia nel 2015 la collaborazione con AIIC Belgio, Associazione Internazionale Interpreti di Conferenza, e con la direzione della formazione per gli interpreti alla  Corte di Giustizia dell’UE: i primi seminari di italiano giuridico tenuti all’interno dell’Istituzione di Lussemburgo!

Sono del 2016 i primi corsi intensivi allo SCIC, il Servizio Comune Interpretazione e Conferenze della Commissione europea.

In pochi anni, dunque, le esigenze della formazione linguistica cambiano. La contestualizzazione diventa necessaria per ben interpretare e tradurre.

Per usare i termini giusti bisogna conoscere a fondo il significato dei corrispondenti. Chi sa spiegare la differenza tra il GIP e il GUP?

E tra impresa, azienda e ditta?

Cosa è l’incidente probatorio?

Il PM è un giudice o un avvocato?

E perché c’è chi traduce il whistleblower inglese nell’italiano “informatore” – parola del linguaggio comune che non rende certo l’idea del “segnalante di fatti illeciti”, come correttamente lo definisce la legge italiana?

«Abbiamo fatto un bel percorso con Maria Cristina all’IIC» ha raccontato Rita Giannini Watson, funzionaria di UK Law Societies.  «Abbiamo molto in comune, tutte e due laureate in giurisprudenza, professori di italiano come lingua straniera. Devo dire per me non con la passione con cui l’ha fatto e lo fa Maria Cristina: io sono stata un’insegnante competente, ma non di più.  Però mi ha fatto un po’ tornare al primo amore, quello per il diritto».

Perché l’italiano come lingua di lavoro?

«Perché l’italiano è una lingua diffusa in quanto è amata», spiega la dottoressa Giannini. Ho visto in Inghilterra che la gente imparava la nostra lingua perché bella, lingua della musica, dell’arte, della cucina, della cultura. Un amore che non sempre si traduce nell’uso tecnico e quotidiano dell’italiano. È una lingua ponte, diciamo, però c’è un grosso problema nell’insegnamento dell’italiano specialistico, giuridico ma non solo, per esempio nell’astrofisica, nella biologia, nella medicina. Ed è la preparazione dei formatori. Unitamente al riconoscimento ufficiale dello status di professore di italiano come lingua straniera. Purtroppo manca una politica generale dell’Italia nella diffusione dell’italiano anche lingua di lavoro».

«La pensiero immediato che mi è venuto in mente nel preparare questa serata è stato non il primo amore, ahimè, ma il primo esame, “Istituzioni di diritto romano”» ha esordito l’avvocato Francesco Maria Salerno, direttore della sede di Bruxelles dello Studio Gianni-Origoni-Grippo-Cappelli & Partners, che ha egregiamente curato la Prefazione del volume. «Se penso a quell’esame, e penso al tipo di diritto che faccio oggi mi rendo conto della grandissima ricchezza della nostra tradizione giuridica millenaria, con cui esiste ancora un filo di continuità».

«Vi confesso, però, che spesso questa grande cultura può essere anche un peso. Sapete che Marco Tullio Cicerone, uno dei più grandi avvocati e oratori, era balbuziente? Non perché fosse malato bensì perché, si racconta, soffriva di “troppa cultura”. Avendo tante idee e troppe cose da dire, spesso l’incipit del discorso era frenato».

«Io penso che ogni tanto a noi giuristi italiani succeda la stessa cosa: siamo un po’ schiacciati dal peso della cultura millenaria che ci portiamo dentro. Ed ecco allora che saluto questo libro perché libera la cultura giuridica nella sua agilità, nella sua essenzialità. Permette agli stranieri di avere un accesso facile al nostro grandissimo patrimonio: è bello sentire che la professoressa ricorda gli studenti presenti uno per uno con i loro nomi. Credo sia una cosa straordinaria, che fa comprendere che dietro al “Lessico” vi sono veramente i suoi destinatari».

«Per me, come giurista italiano», l’avvocato Salerno lo sottolinea, «è un supporto proprio perché spesso quello che facciamo qui è un diritto che dobbiamo spiegare, comunicare alle Istituzioni e nel settore privato; dunque avere un libro che ci dà il contesto  anche di rami del diritto che non pratichiamo tutti i giorni è un grandissimo aiuto nel nostro lavoro di “interpreti”, non quelli seduti in queste cabine dietro le mie spalle, ma quelli che si accostano al testo giuridico e la prima cosa che fanno  è cercare di capirlo, di interpretarlo per spiegarlo, per difendere, per promuovere, per persuadere».

Ma come è nato il «Lessico pratico di italiano giuridico per stranieri»?

Fin dal mio primo corso di italiano giuridico all’IIC di Bruxelles, l’esigenza emersa nell’immediato era stata quella di un testo di riferimento, dove poter approfondire o ritrovare i termini, i concetti e gli istituti analizzati in aula.

Avevo pensato di sopperire all’inizio con schede esplicative, che accompagnavano il materiale autentico su cui baso puntualmente ogni mio corso. Per poi giungere, alla fine di ogni anno accademico, a creare vere e proprie dispense che assemblavano organicamente i documenti sui soggetti trattati e servivano da «libri di testo» per gli anni successivi. Non so se si può immaginare la soddisfazione provata, un giorno, quando Lucia Ventura, un’interprete di conferenza  italiana assidua frequentatrice dei miei seminari, mi disse: «Lo sai che vado in cabina con le tue dispense?».

Dall’altro lato, la sempre maggiore richiesta – nel contesto dell’Unione europea – dell’insegnamento dell’italiano specialistico e settoriale, da utilizzare anche come lingua di lavoro. La costante testimonianza di colleghi che, nei livelli più avanzati, soprattutto con i professionisti, si trovavano in difficoltà – e non c’è da meravigliarsi – con una terminologia che presuppone una formazione prettamente giuridica e non dà nulla per scontato. E l’auspicio, a più voci, di pubblicazione delle dispense, mi ha motivato maggiormente ad affrontare questo non semplice lavoro.

Il principale scoglio da superare è stato deciderne la struttura: corredare ogni argomento con gli articoli di stampa – anche specialistica – sottoposti agli allievi, sarebbe stato bello. Ma poco pratico da realizzare per diversi motivi. E poi, pensando a Lucia che si portava in cabina le scomode dispense formato A4, mi sono detta che avrei dovuto realizzare un testo maneggevole e di facile consultazione.

Un Lessico pratico, dunque, perché vuole essere uno strumento di lavoro utile nel concreto. In cabina, in aula o in studio, è strutturato in ordine alfabetico per favorire una facile consultazione,  ed è arricchito dalla comparazione per guidare la comprensione anche di chi – italiano o straniero – giurista non è.

E, poi, europeo, nell’ottica di una auspicata futura collocazione dell’italiano – a pieno titolo – tra le lingue di lavoro dell’UE.

«Non voglio più sentir dire che il diritto è noioso», ha puntualizzato l’onorevole De Monte. «In questa sede ospitiamo molte iniziative ma stasera sento proprio l’entusiasmo e il piacere di occuparsi di tali materie. Mi è piaciuto anche leggere di termini non propriamente trattati nell’ambito europeo ma che sono invece molto importanti a livello italiano». Perché l’UE non ha competenza legislativa  in materia penale, «ma vai a confondere la concussione con la corruzione, e per la gravità del reato e per la sanzione…».

«Anche il tema delle Istituzioni è fondamentale: molti ancora confondono la Commissione con il Parlamento. Ti avrei voluto far leggere un articolo dove Tajani veniva definito il presidente del Consiglio d’Europa. Sono affermazioni che fanno inorridire. E’ importante, soprattutto in questo momento in cui ci avviamo alle elezioni europee, trasmettere la conoscenza, la cui mancanza causa discredito. Temo sia diffusa l’idea che gli europarlamentari abbiano iniziativa legislativa e che quindi siano paragonati a deputati o senatori nazionali, il che produce anche un’aspettativa diversa».

«C’è dunque un valore, sotto vari profili, di questo libro, e del lavoro importante e grosso che vi si percepisce alle spalle. E credo anche con un’esigenza di continuità e di aggiornamento in futuro», suggerisce in conclusione l’Eurodeputata.

Di certo, il contenuto del Lessico pratico non è esaustivo. Vi sono richiamati i termini, i concetti e gli istituti che emergono di regola durante i miei corsi e  seminari; corrispondono alle domande a cui rispondo dal 2007 – pur nelle trasformazioni della prolifica legislazione italiana – ai numerosi studenti che si pregiano di seguirmi in questo percorso. Con l’obiettivo di trasmettere tutta la passione che provo per l’italiano del diritto fin da quel 5 novembre 1985 quando, entrando nell’aula magna di Giurisprudenza,  sentii ripetere, più volte durante le prime ore di lezione, e rimanendone affascinata: «Ubi est societas ibi est ius. Ubi est ius ibi est societas» (Là dove è un corpo sociale organizzato, lì vi è diritto. Dove è diritto, là vi è un corpo sociale organizzato).

 

Antonio Tajani aux étudiants du Collège d’Europe: «Trouvez la force dans votre cœur!»

PresidenteTajaniCollègeStudenti
Il presidente Tajani con i rappresentanti degli studenti, il rettore Monar e il presidente del consiglio amministrativo del Collège Mendez de Vigo

Ecrit par Maria Cristina COCCOLUTO

Traduit par Ophélie MADINIER, cours d’italien B1, Collège d’Europe

Bruges, 20 octobre 2018. «Je suis fière d’être italien parce que je suis européen». C’est avec ces mots que le Président du Parlement européen, Antonio Tajani, a débuté son intervention à la cérémonie inaugurale de l’année académique au Collège d’Europe, à Bruges. La cérémonie a été ouverte par la responsable du service linguistique Angela O’Neil. Elle a chaleureusement accueilli le président du conseil administratif du Collège Íñigo Mendez de Vigo et le recteur Jorg Monar qui a présenté le Patron de la promotion 2018-2019, l’espagnol Manuel Marín.

«Au Collège, vous apprendrez le fonctionnement et les logiques sous-jacentes des institutions qui représentent 500 millions de citoyens; vous apprendrez comment il a été possible de créer le marché unique le plus puissant du monde ; comment l’euro a empêché l’effondrement de l’Etat-Providence ; comment nous sommes parvenus au premier accord mondial sur le climat. Surtout, vous apprendrez que l’Union est un projet d’avenir. Et qu’il a besoin d’un agenda stratégique». Le président s’adresse aux étudiants en français, en anglais, en espagnol et enfin dans sa langue maternelle. Pourtant, même les étudiants du cours d’italien débutant le suivent sans recourir aux casques audio disponibles: son ton est chaleureux et décidé, son langage clair et cohérent.

«Pourtant, n’oubliez pas cette chose essentielle: quand vous deviendrez fonctionnaires européens, vous serez au service des citoyens».

Les défis à venir sont nombreux pour l’Union Européenne:

Rendre le projet plus résistant à la menace qui pèse sur la démocratie;

Garantir la prospérité et la sécurité, ce qui signifie défendre notre culture et le système de valeurs que nous partageons;

Un marché unique moderne, capable de tirer avantage des révolutions technologique, énergétique et numérique qui sont en train de changer le monde;

Un équilibre économique européen à la hauteur de ces défis, qui comptent sur ses ressources propres;

Une gouvernance économique plus transparente, basée sur les investissements productifs et sur la lutte contre le chômage et qui favorise la convergence économique et sociale des régions plus pauvres et désavantagées;

La menace du terrorisme, qui nous impose de mieux coordonner les forces de sécurité et les activités de renseignement;

La responsabilité au niveau mondial.

Antonio Tajani ne doute pas. «La première réforme à faire est le retour à une politique qui a le courage de décider et de faire des choix. Le mécontentement en Europe croît parce que l’Union n’a pas donné à nos citoyens les réponses qu’ils attendaient. Nous devons changer, aller vers une Europe de la politique, dans laquelle la bureaucratie aurait son rôle naturel de machine administrative qui suit les indications de ceux qui ont été élus par le peuple»

Il est aussi nécessaire de donner au Parlement européen le pouvoir d’initiative législative. «Il n’est plus acceptable que les représentants élus du peuple ne puissent pas présenter de proposition de loi. Cela renforce l’impression erronée qu’en Europe quelques personnes sans légitimité démocratique décident pour tous»

«Les élections européennes de mai offrent une opportunité unique pour indiquer une nouvelle route. Saisissons-la ! » appelle le Président. Et aux 468 étudiants de la promotion Marín qui l’ont interrompu plusieurs fois par leurs applaudissements, il recommande, « en tant que père de jeunes gens de votre âge»:

«Soyez courageux!

«Le courage ne vient pas seulement de la tête, de la connaissance, il vient surtout du cœur. Si chacun de nous croit aux valeurs et aux principes européens, nous pouvons franchir des obstacles qui nous semblent insurmontables. Personne, si vous êtes du côté de la justice, ne peut vous faire reculer».

«Le fil conducteur de notre Europe est la liberté pour laquelle d’innombrables femmes et hommes ont donné leur vie. Aujourd’hui, bien heureusement, vous n’êtes plus appelés donner votre vie pour la préserver, mais la liberté demeure une valeur à défendre avec engagement et dévouement. Si chacun de nous croit avec fermeté aux valeurs fondatrices de l’Europe, cela nous permettra, ainsi que ceux qui nous entourent, d’être libres».

«Osez!» «Embrassez les changements!»

«Cherchez la force dans votre cœur!»

Tajani agli studenti del Collegio d’Europa: «Trovate la forza nel vostro cuore!»

 

 

Bruges, 10 ottobre 2018. «Io sono fiero di essere italiano perché sono europeo». Il Presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, apre con questo messaggio il suo intervento all’inaugurazione dell’anno accademico al Collegio d’Europa, nella sua sede di Bruges. Introdotta da Angela O’Neil, responsabile del Servizio linguistico, la cerimonia ha visto la calorosa accoglienza del presidente del consiglio amministrativo del Collège, Íñigo Mendez de Vigo, e del preside Jorg Monar, che ha presentato il Patron della Promotion 2018-2019, lo spagnolo Manuel Marin.

«Nel Collegio apprenderete come funzionano gli ingranaggi delle Istituzioni che rappresentano 500 milioni di cittadini; come è stato possibile creare il mercato unico più potente del mondo; come l’euro ha impedito il fallimento dello Stato sociale; come siamo riusciti a raggiungere il primo accordo globale sul clima. Soprattutto imparerete che l’Unione è un progetto di futuro. E che necessita di un’agenda strategica». Il Presidente si rivolge agli studenti prima in francese, poi in inglese, ancora in spagnolo e, infine, nella sua lingua materna. Ma anche gli studenti del corso di italiano di base lo seguono senza le cuffie dell’interpretazione: il suo tono è caldo e deciso, il suo linguaggio chiaro e lineare.

«Però non dimenticate la cosa principale: quando diventerete funzionari europei, sarete al servizio dei cittadini».

Le sfide degli anni a venire per l’Unione sono tante:

rendere il progetto più resistente alla minaccia che incombe sulla democrazia;

garantire prosperità e sicurezza avendo ben chiaro che questo significa difendere la nostra cultura e il sistema di valori che condividiamo;

un mercato unico moderno, capace di sfruttare la rivoluzione tecnologica, energetica e digitale che sta trasformando il pianeta;

un bilancio europeo all’altezza delle sfide, che conti su risorse proprie;

una governance economica più trasparente, basata sugli investimenti produttivi e sulla lotta alla disoccupazione, che favorisca la convergenza economica e sociale delle regioni più povere e svantaggiate;

la minaccia del terrorismo, che ci impone di coordinare meglio le forze di sicurezza e le attività d’intelligence;

le responsabilità a livello globale.

Tajani non ha dubbi: «La prima riforma da fare è il ritorno a una politica che abbia il coraggio di decidere e di fare scelte. Il malcontento in Europa cresce perché l’Unione non ha dato ai nostri cittadini le risposte che attendevano. Dobbiamo cambiare e tornare a un’Europa della politica, in cui la burocrazia abbia il suo ruolo naturale di macchina amministrativa che esegue le indicazioni di chi è stato eletto dal popolo».

Non solo: è necessario anche dare al Parlamento europeo il potere di iniziativa legislativa. «Non è più accettabile che gli unici rappresentanti eletti dai cittadini non possano presentare una proposta di legge. Così si rafforza l’impressione, errata, che in Europa poche persone prive di legittimazione democratica decidano per tutti».

«Le elezioni europee di maggio offrono un’opportunità unica per indicare una nuova rotta. Cogliamola!», esorta il Presidente. E ai 468 studenti della Promotion Marin, che lo interrompono più volte con applausi, raccomanda, «da padre di ragazzi della vostra età»:

«Siate coraggiosi!».

«Il coraggio viene non solo dalla testa, dalla conoscenza, ma soprattutto dal cuore. Se ciascuno di noi crede nei valori e nei principi europei, possiamo superare ostacoli che sembrano impossibili. Nessuno, se siete dalla parte del giusto, può farvi recedere».

«Il filo conduttore della nostra Europa è la libertà per la quale hanno dato la vita grandi donne e uomini. Oggi, per fortuna, non siete chiamati a difenderla con la vostra, ma resta un valore da tutelare con impegno e dedizione. Se ognuno di noi crede con fermezza nei valori fondanti dell’Europa permetterà a se stesso e chi gli sta vicino di essere libero».

«Osate!». «Abbracciate i cambiamenti!».

«Cercate la forza nel vostro cuore!».

Euronline, i ragazzi del “G.Cesare” di Sabaudia incontrano l’Europa

 

Sabaudia (Lt), 23 dicembre 2017. Quando Annalisa Siniscalchi, amica da anni e professoressa di inglese all’Istituto onnicomprensivo “Giulio Cesare” di Sabaudia, mi ha lanciato la proposta di partecipare a “Euronline” per parlare con gli studenti di Unione europea, non me lo sono fatto ripetere due volte. Ritornare nella scuola dove felicemente ho frequentato le “medie” – era il secolo scorso – e ritrovarla più bella e più viva di allora, con allievi dinamici e sorridenti, è stato un piacere speciale. Per non parlare dell’accoglienza della dirigente Miriana Zannella e dei docenti. E l’attiva partecipazione della delegata alle politiche formative del Comune di Sabaudia, l’avvocato Emanuela Palmisani. Tutti di fronte a una platea di ragazzi preparatissimi – le classi seconde e terze – che, rotto il ghiaccio, si sono spesso contesi il microfono per poter esprimere in libertà i propri pensieri alla mia domanda: «Cosa vi viene in mente se dico “Europa”?». Uno scambio serrato ed energetico di due ore, seguito da una serie di reportage, raccolti dalla prof Siniscalchi, di cui è stato difficile selezionare alcuni stralci.

Perché l’Europa è la loro, dei ragazzi. Ed è loro che devono avere la parola.

«Durante l’incontro a carattere interdisciplinare con la dott.ssa Maria Cristina Coccoluto, docente di italiano giuridico agli stranieri presso il Collège d’Europe a Bruges, città distante 100 km da Bruxelles» scrive nel suo reportage Anita Repele, 12 anni, IIA «si è fatto riferimento a nozioni storiche, come le celebrazioni, l’aprile scorso, dei sessanta anni dal Trattato che istituisce la Comunità Economica Europea, firmato proprio a Roma. Una notizia che non conoscevamo, e che ci rende fieri di essere sabaudiani, è l’aver scoperto che sul lago di Paola si trova la villa di Altiero Spinelli, politico, scrittore nonché padre fondatore dell’UE. Oltre a parlare dell’Unione di oggi si è fatto riferimento anche a illustri personaggi del passato, come Alcide De Gasperi. Particolare curioso è stato il fatto che la prof Coccoluto e la dott.ssa Palmisani si siano conosciute a Bruxelles durante la visita dei delegati del Comune di Sabaudia e che si siano rincontrate in questa occasione per parlare di Europa. Un cerchio che si chiude: Sabaudia, l’Europa e NOI!».

Jolie Santipo, 12 anni, IIB, ha trovato «molto interessante l’incontro perché ci ha dato la possibilità di sapere qualcosa in più sull’UE e sulle possibilità che offre a noi giovani in ambito lavorativo per chi voglia entrare a far parte dell’universo europeo».

Secondo Lorenzo Vitti, 13 anni, IIIA, «la relatrice ha risposto alle nostre curiosità anche in merito all’istruzione degli italiani all’estero. Ritengo che queste iniziative consentano di proiettarsi in nuovi orizzonti» e, scrive Clarissa Falagario, 13 anni, IIIA, «arricchire la nostra conoscenza suscitando l’interesse in modo coinvolgente».

Per Maria Romani, 12 anni, IIIA, «è stata una lezione molto bella, diversa dal solito, fuori dagli schemi, non mi aspettavo che fosse così interessante. Un plauso per l’iniziativa va alla prof Siniscalchi». «Ed è stato anche divertente poiché la dottoressa mi è sembrata una persona molto colta», puntualizza Francesca Rossato, 13 anni, IIIA.

Se, come dice Riccardo Cerasoli, 13 anni, IIIA, «conoscere tali informazioni sviluppa la volontà di cercare stimoli alternativi e non fermarsi al primo ostacolo» e che «la prof Coccoluto, con la sua competenza e il fare spigliato e coinvolgente, ci ha spronato a essere determinati e a lottare per realizzare i nostri sogni», direi che l’obiettivo è stato centrato.

Certo, a Elena Ricci, 12 anni, IIB, l’iniziativa è sembrata «un ottimo modo per fare scuola». Ma quello che piace a Giulia Riccio, 12 anni, IIA, è che «l’evento si stia diffondendo sul web, e per la nostra scuola è una buona pubblicità».  

L’Europa degli uomini e dei popoli di Altiero Spinelli e Jean Monnet è l’Europa dei giovani 4.0, il nostro presente e il nostro futuro.