25 anni da Capaci: l’italiano al Collège d’Europe in nome di Falcone e Borsellino

Bruxelles, 22 maggio 2017. Quel 23 maggio del 1992 ero a casa, a Sabaudia. Faceva caldo. La mattina ero andata al mare, nel pomeriggio sistemavo libri e materiali dell’università – mi ero laureata a gennaio – con la radio accesa su programmi di informazione. Dal GR1 mi arrivano le voci concitate dei giornalisti che ancora ipotizzano sulla presenza di Giovanni Falcone in una delle auto coinvolte nell’attentato, le cui modalità sanno quasi dell’incredibile. Invece il giudice è lì, con sua moglie Francesca Morvillo, con i ragazzi della scorta, con l’autista che si salva perché sul sedile posteriore: a Giovanni piaceva guidare…

57 giorni dopo, il 19 luglio – sono a Londra per un corso di inglese – stesso destino per Paolo Borsellino e chi lo circonda (fortunatamente Agnese e figli sono lontani).

Già dal mio primo corso di italiano giuridico all’IIC di Bruxelles, nel gennaio 2007, non riesco a trattenermi dal far conoscere agli allievi  la vita e l’operato dei due magistrati che hanno cambiato il destino di silenzio e di omertà dell’Italia del tempo.

E quando – nel febbraio 2014 – al Collège d’Europe di Bruges fanno il loro esordio i corsi di italiano, inaugurati da Beppe Severgnini, le giovani promesse dell’Unione europea, e oltre, sono entusiaste di approfondire la storia e il diritto italiani attraverso il lavoro preziosissimo dei due giudici antimafia.

Difficile esprimere la fierezza – e l’emozione – del 20 giugno dello stesso anno, quando il rettore del Collegio, il prof. Joerg Monar, annuncia, per il settembre seguente, la Promotion Falcone&Borsellino 2014-2015.

E’ Brigitta Horvath, ungherese, master in Relazioni internazionali e diplomazia dell’UE, a chiedermi di realizzare il primo seminario di italiano giuridico e politico al Collège (25 gennaio 2015). «Bisognerebbe attivare stabilmente un corso specialistico di italiano giuridico» sostiene la studentessa della Promotion F&B.  «E’ l’ideale per chi, come me, ha studiato l’italiano all’Università, praticato negli anni ma non certificato a quel livello, cosa che fa il Collège»«Sarebbe interessante introdurre anche seminari di italiano del settore diplomatico: io ho provato a studiare diplomazia italiana all’università, ma mi è stato impossibile a causa dell’inesistenza di testi di supporto, come la dispensa che la professoressa Coccoluto ha preparato e che  mi auguro venga pubblicata presto. Riuscire a capire la politica, la geografia, ma anche la mentalità diplomatica, le pratiche, gli atteggiamenti, il linguaggio, diversi in ogni Paese: c’è una grande potenzialità in tutto questo».

«L’italiano è una parte bella delle attività linguistiche al Collège. Praticarlo a un livello specializzato è un’ottima occasione per noi» conferma Volha Kozhukh, bielorussa, collega di Brigitta. «Durante la Promotion Falcone&Borsellino si è parlato ovunque italiano, anche da parte di chi non aveva un interesse forte e coinvolgente. La nascita dell’Italian Society, poi, ha contribuito ancora più alla diffusione di questa passione italiana: un gruppo aperto anche a noi stranieri. In nome dei due straordinari Patrons, un anno bellissimo al Collège».

«Ho sempre avuto un “affetto” speciale per l’italiano, una lingua elegante, e così romantica… Mi è piaciuto scoprirla e confrontarla con lo spagnolo e la mia lingua madre». Héloise Dubois, francese, master in Studi economici europei nella Promotion Keynes 2016-2017, non ha dubbi: «Voglio raggiungere il livello C2, e questo anno di studio al Collège mi ha messo sulla buona strada. Sono molto grata alla professoressa Maria Cristina per la sua energia e l’entusiasmo inesauribile: l’apprendimento in queste condizioni è una vera delizia. E conoscere nei dettagli il contributo di Falcone e Borsellino è stato determinante per entrare nella storia dell’Italia».

Alexandros Liatsos, ciprota, Promotion Chopin 2015-2016, master in Studi giuridici europei, «intrigato dalla bellezza e dall’importanza della lingua italiana», è stato «un vero onore esplorarla più in  profondità con l’aiuto di un’insegnante talentuosa e di studenti intelligenti provenienti da tutta Europa». «Ho imparato più della lingua e della cultura italiane: ho imparato quante somiglianze esistono tra le diverse lingue, le diverse persone e le diverse società da cui proveniamo. Questo corso ha un posto speciale nel mio cuore e mi ha spinto a diventare una persona migliore e a combattere per un mondo più sano».

Bello sentir dire da Thibault Roy, francese, Promotion F&B – nella sua lingua madre, che non traduco come inno alla pluralità linguistica europea – che «les cours de Prof. Coccoluto allient l’utile à l’agréable. Les leçons sont parfaitement structurées, avec un apprentissage rigoureux de la grammaire et de la conjugaison italienne…mais pas seulement! Elles offrent aussi un enrichissement culturel et personnel avec l’utilisation de supports interactifs variés: chansons, articles de presse, magazines, débats. La professeure est toujours extrêmement investie. Elle n’hésite pas à vous aider quand vous souhaitez explorer un sujet en particulier (poésie, vocabulaire juridique etc). En somme, des cours à consommer sans modération!»

 «La prima cosa che mi viene in mente pensando al nostro corso è che, finalmente, la domenica, ho potuto fare qualcosa per il mio cuore…un qualcosa di molto europeo». Jiri Kratky, Promotion Chopin, master in Relazioni internazionali, è un diplomatico della Repubblica ceca, che ha trascorso diversi anni a Roma e in Vaticano.  «Per me la lingua italiana è la chiave per arrivare all’autenticità della cultura europea… nell’italiano percepisco qualcosa della mia cultura… e mi sento sempre più ‘europeo’».

Daniela Bularda è rumena, master in Relazioni internazionali, Promotion Keynes:  «Al Collège, ho apprezzato molto le dinamiche del corso, un lato umano costante con la nostra insegnante e le nostre belle interazioni. La visione del film su Falcone e Borsellino ci ha proiettato nella lotta contro le reti mafiose degli anni ’80. Anche se con tristezza, mi ha colpito il grande coraggio nell’affrontare gli ostacoli. Quello che ricorderò particolarmente delle loro vicende: se non si riesce a rendere il mondo più felice, almeno possiamo cercare di renderlo più corretto».

Per Simona Pronckuté, lituana, Promotion Falcone&Borsellino, master in Studi politici europei e amministrazione, «l’italiano è una lingua utile soprattutto a Bruxelles, dove tutti parlano inglese e francese, e conoscerlo è un’opportunità in più. Io ho studiato a Parma, ho lavorato a Rimini e a Torino, nel 2007. Al Collège mi è stato possibile praticarlo e approfondirlo».

«Fascinated by the beauty of the Italian culture and language,  I felt extremely lucky when I saw the College was offering us Italian courses with the help of the Italian Cultural Institute from Brussels» afferma in inglese Liana Sandulescu, rumena, master in Diritto durante la Promotion Voltaire 2013-2014. «Learning a new language is always an enriching experience as you are introduced to different traditions and ways of thinking; besides, it is scientifically proven that new grammar structures influence one’s way of thinking. In any event, one thing is certain – it is always a lot of fun!»

«The courses of Maria Cristina were brilliant; she is very lively and always interested of our different backgrounds. I always felt she was happy to be with us and to have a bound with the College of Europe. We were also very happy to study with her. Maria Cristina has so much positive energy and it was a pleasure to be involved in something different from the courses of our departments, something which was very useful and relaxing at the same time».  «The structure of the course was very good, as we did not only grammar exercises, but also innovative exercises – we had photos from newspaper that we had to describe and we also did numerous team activities. I loved that the course always ended with an Italian song that in the end we were singing together. I remember the general enthusiasm when Maria Cristina brought us the lyrics from “Insieme” de Toto Cutugno».

«I have to admit I envy a bit the new promotion as they will have the opportunity to study Italian from the first semester whereas we only started in February. It is very good for the College to support the improvement of language skills and I hope the Italian courses will become a tradition in Bruges».

Per Tobias Kellner, tedesco, Promotion Falcone&Borsellino, «il corso di italiano è sempre stato un buon inizio di settimana! Abbiamo trattato un sacco di argomenti, svolto una serie di attività varie, che ci hanno permesso di imparare tanto, dagli esercizi di grammatica alle prove di canto alle caratteristiche delle regioni, che ci auguriamo di poter visitare  presto».

«Sicuramente la conoscenza dell’italiano consente di fare un passo in avanti per capire l’Europa, il suo passato e il suo potenziale» conclude Volha Kozhukh, «oltre ad aprire le porte per comprendere la realtà odierna in Italia. Sono davvero felice di essere stata studentessa della promozione che porta il nome di Falcone e Borsellino. Ricordando loro, puntualmente penso a tutti gli eroi, magari sconosciuti, che oggi lottano contro la criminalità. E credo che l’esempio di questi due magistrati sia necessario per avere coraggio nell’affrontare le nuove sfide».

Due anni dopo Brigitta si emoziona ancora: «Ricordo di essermi commossa quando sono venuta a sapere il nome della Promotion: l’intitolazione a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino in qualche modo mi ha fatto sentire di essere al posto giusto al momento giusto. Adesso ho la fortuna di lavorare in un edificio della Commissione europea dove c’è una sala a loro intitolata: il primo giorno, vedendo il loro nome all’arrivo, mi si è scaldato il cuore».

«La loro importanza è stata fondamentale per l’avvio di una cooperazione europea e internazionale nella lotta al crimine organizzato. E’ vero, nel 1992 si è conclusa la vita sulla terra di questi due eroi. Ma è cominciata l’epoca della  nostra responsabilità, perché ormai “le loro idee camminano sulle nostre gambe”»

Seminario a Vienna: l’italiano giuridico in Europa tra storia e diritto

Vienna, aprile 2017.  Un anno fa all’AIIC Belgio, Associazione Internazionale Interpreti di Conferenza di Bruxelles, quest’anno all’AIIC Regione Austria. Il titolo del Seminario di italiano giuridico: “Dal codice dei contratti pubblici alla responsabilità dei magistrati, dalla legge anticorruzione al Jobs Act, passando per il processo civile e penale: le riforme in Italia.

Tredici tra interpreti e traduttori, anche giurati – provenienti da Francia, Croazia, Slovenia, Germania, Paesi Bassi, Italia e Austria – hanno seguito un percorso di dodici ore in un giorno e mezzo, tra i meandri del non scontato linguaggio giuridico italiano.

Apertura inevitabile sullo scenario postreferendario e sulle spinte storicosociali che hanno portato alla nascita della Costituzione e dell’ordinamento della nostra giovane Repubblica. Per arrivare alla revisione dell’Italicum, all’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, la legge anticorruzione, fino alla riforma della giustizia civile con la negoziazione assistita e il processo telematico, e del processo penale, con numerosi, e ben noti, casi di cronaca. E ancora, la responsabilità civile dei magistrati, il nuovo codice dei contratti pubblici, la recentissima (e rivoluzionaria, per l’Italia!) legge sulle unioni civili e i patti di convivenza.

La presenza estesa degli interpreti e traduttori giurati ha reso il Seminario ancor più approfondito dal punto di vista linguistico, vista la specificità del lavoro che essi svolgono, il quale necessita di terminologia puntuale e precisa. E per una giurista come la sottoscritta, poter analizzare e spiegare parole, espressioni e concetti nel loro significato più tecnico, senza dimenticarne la contestualizzazione, è stato piacere puro!

Ognuno dei temi attraverso i quali si è snodato il Seminario è stato introdotto da una storia.

Eh sì, le storie…

Ero al secondo anno di università quando,  nel novembre 1987, venne a mancare in un incidente d’auto, a soli 24 anni, Claudia, la sorella maggiore della mia compagna del ginnasio, Paola. Il dramma di una famiglia e di una città.

Nel settembre 1992 – mi ero laureata a gennaio – sua mamma Nirvana mi fece il gran regalo di farmi leggere il dattiloscritto di quello che sarebbe stato, tre anni dopo, “Amorosi segni”,  il libro dedicato alla cara figlia persa prematuramente. E qui, tra le numerose belle caratteristiche di Claudia, scoprii il suo interesse per lo scrittore americano Scott Momaday, su cui stava preparando la tesi di laurea in lingua e letteratura inglese, e, in particolare, per un brano, tratto dal libro “Ceremony”, che Claudia leggeva e aveva sottolineato proprio in quel tragico ultimo viaggio.

“Ti dirò qualcosa sulle storie (disse lui). Esse non esistono soltanto per il nostro divertimento, non facciamoci ingannare. Sono tutto quello che abbiamo, vedi, tutto quello che abbiamo per combattere malattie e morte.

Non abbiamo niente se non abbiamo storie.

Ho sentito così mie queste parole fin da allora che, oramai, in ogni attività di formazione non riesco a rinunciare a raccontare storie.

Anche in questo Seminario a Vienna. L’avvocato Giorgio Ambrosoli, il giornalista Enzo Tortora, il magistrato del pool Manipulite Gerardo D’ambrosio, i giudici antimafia Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Per citarne le più note.

Perché un Paese si comprende veramente solo attraverso la sua storia e quella degli uomini e delle donne che hanno contribuito a farla.

Perché solo partendo dalla prospettiva storica – così ricca e variegata – è possibile immergersi appieno nel sistema giuridico italiano, accolto con interesse autentico nella capitale austriaca.